Il trekking del circuito dell’Annapurna, il campo base dell’Annapurna e il Poon Hill Trek in Nepal possono essere completati uno di seguito all’altro in una sorta di grande circuito (più sotto trovi tutte le informazioni del caso) ma si tratta di tre percorsi ben distinti che possono essere completati separatamente.
Insieme al campo base dell’Everest sono senza dubbio alcuni tra i trekking più popolari e spettacolari dell’intero Himalaya. Ho personalmente completato tutti i trekking, appena citati, in autonomia, senza guida e senza portatori, in compagnia dell’ormai non più giovane papà! Qui trovi il video del trekking.
Che tu sia un viaggiatore indipendente amante del fai da te o che tu stia semplicemente raccogliendo informazioni per poi affidarti a qualche agenzia o guida locale, in questo blog troverai tutte le informazioni e i consigli per farlo ed organizzare al meglio il tuo viaggio in Nepal, ma prima come promesso facciamo un po’ di chiarezza.
Alba a Manang.
In questa guida i prezzi sono espressi nella moneta locale chiamata “Rupia Nepalese” spesso abbreviata semplicemente con “NRP”. Il cambio al momento della pubblicazione di questo articolo è 1€ = 125 NRP. Per il cambio attuale ti consiglio di dare un’occhiata a questa pagina.
Come già detto, spesso i tre trekking vengono confusi tra di loro, alcuni pensano si tratti della stessa cosa visto che molti (io compreso) finiscono per farli uno di seguito all’altro combinandoli sostanzialmente in un unico trekking, ma in realtà non è così e la mappa qui sotto dovrebbe essere abbastanza esplicativa da questo punto di vista.
C’è inoltre da considerare che dal 1977 – quando l’area è stata ufficialmente aperta al turismo – ad oggi, i percorsi considerati “standard” o comunque forzati vista l’assenza di strade soprattutto quando si parla del circuito dell’Annapurna, sono variati e non di poco.
Ora la strada che ha sostituito in gran parte il sentiero originale permette sostanzialmente infiniti punti di partenza e arrivo lungo il circuito. Anche gli altri due trekking (campo base e Poon Hill) offrono più varianti e possono essere combinati tra di loro, per intero o a tratti, a proprio piacimento.
Ecco una breve introduzione ai tre percorsi che spero faccia un po’ di chiarezza.
Prima di tutto, nonostante sia un circuito e si possa pensare di completarlo in entrambi i sensi, il 99% delle persone lo fa in senso antiorario in quanto così facendo, il dislivello giornaliero è più graduale e si ha più tempo per acclimatarsi prima di affrontare il Passo Thorung a 5416 metri.
Il circuito originario partiva dal villaggio di Dumre e terminava a Beni e veniva completato in 23 giorni circa. Ad oggi, di questi 23 giorni solo 5 necessitano del vero e proprio trekking, il resto del percorso volendo può essere completato a bordo di autobus e di jeep, nei tratti dove gli autobus non arrivano, ma farlo in cinque giorni resta comunque irreale per una questione di acclimatazione ed insensato in quanto si perderebbe gran parte del percorso.
C’è però da dire che fortunatamente nel 2010 è nato un progetto denominato NATT (New Annapurna Trekking Trail) che sostanzialmente prevede un percorso alternativo grazie al quale si evita in gran parte di camminare lungo la strada. Alcuni tratti del percorso originale però non hanno ancora un’alternativa e vengono quindi saltati in tronco riducendo notevolmente l’intero percorso che viene così completato in 10-15 giorni circa, a seconda dell’itinerario scelto.
Nel caso fossi interessato a completare il NATT, qui trovi una fantastica guida (in inglese), da Besisahar a Nayapul, con istruzioni precise su come evitare, dove possibile, la strada. Il tempo di percorrenza in questo caso è di circa 15 – 20 giorni.
Come avrai intuito, nessuno più inizia da Dumre, il nuovo punto di partenza è considerato il villaggio di Besisahar dove però molti (io compreso) finiscono col prendere un bus/jeep verso uno dei villaggi più su lungo la valle. Nel mio caso fino al villaggio di Ngadi 13 km più su perchè questo tratto (Besisahar – Ngadi) non è di certo spettacolare e deve essere per forza fatto lungo la strada polverosa abbastanza trafficata, più avanti nella guida trovi tutte le informazioni sui possibili punti di partenza.
L’ascesa verso il Passo Thorong.
Anche il punto di arrivo originariamente fissato a Beni è variato non poco nel corso degli anni. Allo stato attuale, la grande maggioranza delle persone finisce il proprio circuito nel villaggio di Muktinath non appena superato il Passo Thorung. Da qui è infatti possibile prendere un autobus/jeep che ti riporta fino a Pokhara, anche qui però le opzioni sono decisamente molte e cercherò di fare del mio meglio per elencarle.
Con questo spero tu abbia un’idea abbastanza chiara di quale sia considerato il circuito dell’Annapurna, ora è il momento di parlare brevemente degli altri due trekking.
Il circuito dell’Annapurna in sintesi:
Dai 10 a 20 giorni in base all’itinerario scelto e al proprio passo.
Come difficoltà, questo è senza dubbio il più duro dei tre percorsi, specialmente se si sale di fretta e non si è esattamente in forma, l’altitudine può decisamente farsi sentire e il passo Thorung a 5416 metri potrebbe essere un ostacolo invalicabile.
Resta in ogni caso un trekking che può essere portato a termine da moltissime persone, alcuni potrebbe aver bisogno di qualche giorno in più o magari l’aiuto di un portatore ma se sei in grade di camminare almeno 4-5 ore al giorno per diversi giorni di seguito allora hai ottime speranze di farcela!
Prima di tutto, tutti i nomi appena citati indicano sostanzialmente lo stesso percorso. ll trekking, come dice il nome stesso, porta al campo base dell’Annapurna (4130 metri). Non si tratta di un circuito ma sostanzialmente si sale e si scende lungo lo stesso sentiero e le possibili varianti si trovano solo a fondo valle. Per farla breve, da Chomrong in su c’è solo un sentiero e questa volta non ci sono strade da evitare.
L’intero trekking può essere completato in soli 5 giorni partendo da Pokhara e il fatto che si raggiungano “solo” i 4130 metri del campo base lo rendono un percorso estremamente più popolare e relativamente facile del Circuito. Senza dubbio il sentiero che porta al campo base dell’Annapurna è il più battuto dell’intero Paese, camminare senza avere nessun altro trekker in vista durante autunno e primavera è praticamente impossibile.
Il massiccio dell’Annapurna.
Il trekking al Campo base dell’Annapurna in sintesi:
Dai 5 agli 8 giorni in base al percorso che si sceglie a valle e ovviamente al proprio passo. Il livello di difficoltà non è alto, il sentiero è estremamente battuto e la prossima lodge non è mai troppo distante ma ovviamente c’è da camminare. Ho visto diverse persone palesemente fuori forma arrivare fino al campo base quindi con un po’ di pazienza e tenacia è un percorso fattibile per molti.
Pool Hill è il più facile dei tre trekking, e ad essere sinceri, nonostante possa essere preso come un trekking a sé, in realtà può essere visto come la parte finale dell’attuale circuito dell’Annapurna fatto al contrario. Il punto più alto raggiunto durante il percorso è Poon Hill a 3210m, un colle che si erge di fianco al villaggio di Ghorepani che regale delle fantastiche viste sul massiccio dell’Annapurna.
Il percorso può essere completato sotto forma di circuito il che lo rende meno monotono del sentiero che porta al campo base. Partendo da Pokhara, in linea di massima sono sufficienti 4 giorni che insieme alla bassa altitudine media, lo rendono indubbiamente il trekking più facile dei tre, come popolarità è comparabile al campo base dell’Annapurna con la differenza che lungo questo percorso ci sono molti turisti locali.
Alba a Poon Hill.
Poon Hill trek in sintesi:
Dai 4 ai 5 giorni è un lasso di tempo più che sufficiente. Come difficoltà, si tratta senza dubbio del percorso più facile tra i tre. Se sei in grade di camminare 4-5 ore al giorno non avrai nessun problema a completarlo, l’altitudine non dovrebbe assolutamente essere un problema.
Per concludere questa breve introduzione, come vedrai più sotto, è possibile combinare i tre trekking e completare l’intero percorso in 20/30 giorni.
Se stai leggendo questo articolo probabilmente hai già preso una decisione, ma nel caso ti stessi ancora dibattendo sul da farsi voglio spendere due parole su quella che per molti è una scelta ardua quando si hanno magari solo due settimane a disposizione per un trekking in Nepal: circuito dell’Annapurna o Campo base dell’Everest?
Prima di tutto, sono entrambi dei trekking bellissimi ma se proprio devo esprimere la mia preferenza, opterei per il Circuito in quanto lo scenario è molto più vario. Si parte da un clima quasi tropicale fino ad arrivare ai 5416 metri del passo, inoltre, essendo un circuito, ogni giorno è diverso e non si è costretti a salire e scendere lungo lo stesso sentiero.
Altre due cose che mi fanno propendere verso il circuito sono il fatto che sia estremamente meno trafficato/popolare del trekking al campo base dell’Everest. Per usare un’espressione di papà dopo aver trovato un vero e proprio ingorgo in prossimità di un ponte sospeso: “Sembra di essere lungo il sentiero che porta alle tre cime di Lavaredo!”. E la nostra esperienza è stata in primavera, non oso immaginare come sia la situazione in autunno.
Altra ragione per cui mi sento di consigliare il circuito sono i costi. Cibo e alloggio sono in media un 30% più economici rispetto al campo base dell’Everest e, specialmente se si decide di completare quest’ultimo con un volo verso Lukla (scelta praticamente forzata se si hanno solo due settimane a disposizione), allora il circuito ti verrà a costare praticamente la metà rispetto al campo base dell’Everest.
Preso tutto questo in considerazione, il campo base dell’Everest ha pur sempre il suo fascino e la scelta finale spetta ovviamente a te, quanto detto finora è solamente la mia modesta opinione.
Appena fuori il villaggio di Churi Letdar.
Partiamo dal visto per entrare nel Paese. Il visto è obbligatorio ma fortunatamente i possessori di passaporto italiano (con scadenza inferiore ai 6 mesi) ricevono un visto chiamato Visa On Arrival (VOA) nel momento in cui entrano nel Paese. Il processo è estremamente semplice e lineare ma sfortunatamente non è gratuito.
Ci sono tre opzioni:
15 giorni – 30 USD.
30 giorni – 50 USD.
90 giorni – 125 USD.
Il visto può essere facilmente esteso fino ad un massimo di 150 giorni per anno solare (1 gennaio – 31 dicembre) anche se non è esattamente economico. Qui trovi i costi, probabilmente è preferibile uscire e rientrare con un nuovo visto, in ogni caso con un visto turistico non è possibile rimanere nel Paese per più di 150 giorni per anno solare.
Sono inoltre ufficialmente richieste due fototessere (misura passaporto) per completare il processo di rilascio del visto una volta arrivato in aeroporto/frontiera terrestre, ma se completi il modulo online non sono necessarie e con ogni probabilità risparmi un bel po’ di tempo al tuo arrivo, specialmente all’aeroporto di Kathmandu dove puoi dirigerti direttamente all’immigrazione senza star lì a compilare il modulo. Consiglio di farlo.
Il visto all’aeroporto Tribhuvan può teoricamente essere pagato con la carta di credito ma nella pratica da quello che ho letto va un po’ a giornate! Io ci ho provato e mi è stato detto che non era possibile, sono in ogni caso accettate tutte le principale valute (euro compresi), per evitare cambi sfavorevoli l’ideale sarebbe pagare in dollari americani ma non mi sbatterei più di tanto la testa almeno che tu non li abbia già.
Per quanto riguarda le frontiere terrestri (qui trovi la lista completa) a quanto pare sono accettati esclusivamente i dollari americani, quindi regolati di conseguenza.
Il Nepal non richiede nessuna vaccinazione obbligatoria ma Epatite A e B sono consigliate.
La cima dell’Annapurna 2 vista da Upper Pisang.
Per intraprendere i tre percorsi di cui parlo in questa guida (circuito, campo base, Poon Hill) sono necessari due permessi:
TIMS (Trekker’s Information Management System)
Il TIMS è sostanzialmente un ente che si occupa di raccogliere le informazioni generali sui vari trekkers inclusi gli itinerari, così da facilitare e finanziare eventuali operazioni di soccorso oltre a regolamentare le attività di trekking nel Paese. Il permesso ha validità di un anno ed è richiesto anche per altri trekking (non l’Everest).
Il costo è di 2000 rupie, circa 15€.
N.b. Purtroppo, a partire dal 1 aprile 2023 non è più possibile ottenere il TIMS se non si è accompagnati da una guida. In sostanza, completare qualsiasi trekking nella regione dell’Annapurna senza guida non è più consentito. Credo sia una vera e propria vergogna, l’ennesima decisione dettata dall’avidità che si nasconde dietro a “questioni di sicurezza”. Spero che il governo nepalese possa rivedere la decisione in futuro ma al momento questa è la realtà dei fatti.
Aggiornamento Ottobre 2023:
Una lettrice del blog mi ha segnalato che per il momento non sono per niente fiscali. Riporto quanto riferito:”Ai checkpoints chiedono se si è accompagnati da guide o porter ma anche rispondendo di no ti mettono il timbro e buon viaggio, per ora è così.”
Aggiornamento Maggio 2024:
È ancora possibile ottenere il TIMS senza essere accompagnati da una guida.
Aggiornamento Ottobre 2024:
A quanto pare il TIMS non è più necessario per fare trekking nella regione dell’Annapurna.
ACAP (Annapurna Conservation Area Project)
ACAP è sostanzialmente il parco nazionale che racchiude il massiccio dell’Annapurna al cui interno ci sono tutti e tre i percorsi descritti in questa guida, si tratta del primo parco nazionale nonché l’area protetta più grande del Paese.
Il permesso è valido per una sola entrata, se quindi completi tutti e tre i percorsi uno di seguito all’altro non c’è nessun problema. Se per esempio però completi il circuito, torni a Pokhara (lasciando quindi il parco) e poi vuoi fare il campo base o Poon Hill allora dovrai pagare nuovamente.
Il costo è di 3000 rupie, circa 20€.
Consiglio di ottenere entrambi i permessi a Kathmandu o a Pokhara, teoricamente è possibile farlo anche a Besisahar (ad un prezzo maggiorato di 6000 rupie per ACAP, TIMS a quanto pare non è possibile farlo a Besisahar).
Farlo è davvero semplice, a Kathmandu basta presentarsi al Tourism Board, che si trova a 2km circa dalla principale area turistica di Thamel (si può tranquillamente camminare), l’ufficio è aperto dalle 10:00 alle 17:00, consiglio di presentarsi appena apre in modo da evitare code inutili.
Mentre l’ufficio del turismo a Pokhara si trova a due passi dalla stazione degli autobus, anche in questo caso aperto dalle 10:00 alle 17:00.
Ovviamente per ottenere i permessi potresti anche rivolgerti ad un’agenzia locale ma i costi lievitano e non credo sia assolutamente necessario: il processo è in linea di massima rapido, semplice e il tutto viene rilasciato al momento.
Entrambi i permessi richiedono due fototessere (quattro in totale) ma perlomeno per quanto riguarda l’ufficio di Kathmandu, vengono scattate gratuitamente sul posto quindi non mi preoccuperei troppo, immagino sia lo stesso a Pokhara.
N.b. Durante la compilazione dei moduli, tra le varie informazioni (numero di passaporto, itinerari ecc ecc) ti verrà chiesto anche il numero della tua assicurazione viaggio. Le uniche tre assicurazioni a coprire tale attività (che io sappia) sono World Nomads che permette di assicurare trekking fino a 6000 metri aggiungendola come attività extra, TrueTraveller che aggiungendo il pacchetto “Extreme Pack” offre copertura per trekking sopra i 4600m e infine SafetyWing che copre trekking fino a 6000 metri aggiungendo il pacchetto “Adventure Sports”. Come detto in precedenza, la maggior parte delle altre assicurazioni si ferma a 3500 metri, alcune anche meno.
Aggiornamente Ottobre 2024:
A quanto pare non è più obbligatorio dimostrare di avere un’assicurazione viaggio ma consiglio comunque di farla.
Per concludere, il Nepal non richiede nessuna vaccinazione obbligatoria ma Epatite A e B sono consigliate.
Manang vista dall’alto.
Partiamo subito col dire che con la giusta preparazione fisica e il giusto equipaggiamento tutti e tre i percorsi potrebbero tecnicamente essere completati durante tutto l’anno. Primavera e autunno sono però senza dubbio il periodo migliore per fare trekking nella regione dell’Annapurna.
In sintesi:
Le temperature sono piacevoli e le giornate sono in gran parte serene, fatta eccezione per qualche rara giornata e il tardo pomeriggio quando i picchi cominciano ad essere coperti dalle nubi.
È inoltre la stagione della fioritura dei rododendri gialli, rossi e rosa che a bassa altitudine danno vita ad uno spettacolo di colori. Dopo l’autunno si tratta della seconda alta stagione nonché il secondo miglior periodo (da un punto di vista climatico) per fare trekking. Credo sia il giusto compromesso tra meteo e affollamento dei sentieri, ad altitudini elevate e presto durante la stagione, a seconda dell’annata, potresti trovare molta neve.
Nel caso fossi interessato, maggio è anche il periodo del Tiji Festival a Lo-Manthang nella regione dell’Upper Mustang. Il festival dura tre giorni e prende vita all’interno del palazzo del re.
L’estate è in Nepal la stagione dei monsoni, specialmente a bassa altitudine può fare davvero caldo ma più si sale più le temperature diventano piacevoli. Gran parte della regione vede una buona quantità di pioggia con la presenza di sanguisughe e zanzare. C’è comunque un’enorme differenza tra la parte esposta a sud del massiccio (Campo base e Poon Hill) dove piove davvero tanto, e la parte a nord (Manang, Upper Pisang, Muktinath) dove le precipitazioni sono decisamente inferiori.
La vegetazione in questo periodo è particolarmente lussureggiante ed è possibile ammirare la fioritura di fiori selvaggi, e fiumi e cascate danno il meglio di sé.
In sostanza, l’estate può essere un buon periodo per completare il circuito o comunque dedicarsi alla regione a nord del massiccio, mentre è un pessimo periodo per Poon Hill e il campo base dell’Annapurna, i sentieri sono davvero poco trafficati e i prezzi di conseguenza bassi.
Nel caso fossi interessato, durante la luna piena ad agosto puoi partecipare al festival Yarlung mela a Muktinath.
Alba a Muktinath.
Questa è considerata la stagione perfetta per fare trekking in Nepal, dopo i monsoni, le giornate sono limpide, le temperature ottime e la neve anche ad alta quota è praticamente assente.
Va da sé che questo sia anche il periodo di gran lunga più affollato e costoso dell’anno specialmente il mese di ottobre in quanto settembre può essere leggermente piovoso specialmente a bassa quota mentre a novembre le temperature cominciano a scendere ma restano comunque piacevoli.
Nel caso fossi interessato, l’autunno è anche la stagione dei festival in Nepal, due tra i più importanti festival induisti prendono luogo in questo periodo, Dashain e Tihar.
Durante il periodo invernale può fare davvero freddo e specialmente ad alta quota non è consigliabile fare trekking vista la probabile abbondanza di neve. Tutto sommato resta una buona stagione soprattutto a bassa quota, le precipitazioni non sono frequenti e le giornate sono tendenzialmente serene.
Il circuito dell’Annapurna non è però assolutamente consigliabile (il passo Thorong rimane chiuso a causa della neve anche fino a marzo) ma campo base e soprattutto Poon Hill possono essere completati senza troppe difficoltà.
Nel caso fossi interessato, i festival di questo periodo sono: Tamu Loshar, Gyalpo Losar e Mageshangrati e viene celebrato anche il Natale.
Prima di parlare dei vari punti di partenza, ecco una mappa completa del circuito e una tabella riassuntiva di quelli che sono in linea di massima gli itinerari più popolari.
Noi abbiamo optato per una sorta di itinerario standard senza però il tratto da Muktinatah a Jomson, preferendo aggiungere il trekking a Poon Hill e quello al campo Base dell’Annapurna. Ovviamente ogni opzione resta valida, l’unica che mi sento di sconsigliare è l’Itinerario breve: ridurre il trekking sostanzialmente al solo passo Thorong sarebbe un vero peccato, senza contare che salire così in alto e così in fretta potrebbe darti problemi con l’altitudine.
Con il senno di poi probabilmente avrei scelto di arrivare fino a Jomson in quanto sia dall’autobus che dal racconto di altri viaggiatori il percorso è davvero scenografico mentre da Jomson in giù, il paesaggio è simile alla prima parte del circuito. Se quindi non si ha molto tempo a disposizione potresti saltarla in tronco oppure prendere il bus Jomson – Tatopani e proseguire da lì.
Sostanzialmente è possibile iniziare il proprio trekking ovunque tra Besisahar e Manang ma in autobus si può arrivare solo fino a Ngadi, da lì o si prosegue a piedi o si prende una jeep. Anche in questo caso ogni opzione resta valida ma consiglio fortemente di non camminare da Besisahar a Ngadi in quanto non ci sono alternative alla strada che in questo tratto è davvero trafficata e polverosa, praticamente nessuno lo fa.
I due punti di partenza più popolari sono Syange e Jagat e si raggiungono in jeep, con il secondo solitamente preferito al primo. Noi abbiamo optato per il bus fino a Ngadi rispettivamente 10 e 14 chilometri più a valle che si traduce a grandi in linee in un giorno di cammino in più. Se hai tempo lo consiglio perchè il sentiero è davvero piacevole e l’autobus è più economico della jeep.
Chame e Tal leggermente più su, sono altre due opzioni valide se non si ha molto tempo a disposizione, oltre Tal personalmente non credo abbia molto senso.
Come per i punti di partenza, ci sono diverse possibilità, una volta superato il passo Thorong, anche per i punti di arrivo. Come detto in precedenza, noi abbiamo optato per Muktinath, da lì poi abbiamo preso un bus verso Tatopani e abbiamo iniziato il trekking verso Poon Hill. Molti una volta arrivati a Muktinath tornano direttamente a Pokhara.
Un altro punto di arrivo davvero popolare è Jomsom da dove, volendo e budget permettendo, si può prendere un volo verso Pokhara. L’alternativa è prendere un bus Jomsom – Tatopani (scelta popolare in quanto molti pensano sia necessario camminare lungo la strada ma in realtà seguendo il NATT non serve) o un bus Jomsom – Pokhara oppure completare il circuito per intero fino a Nayapul.
Anche in questo caso ovviamente la scelta spetta esclusivamente a te ma credo che le due opzioni più valide soprattutto se non si ha molto tempo a disposizione siano Muktinath e Jomsom.
L’itinerario che segue è pensato in modo da camminare solo nell’arco della mattinata fino al primo pomeriggio (salvo qualche rara eccezione) per un totale di 5-6 ore al giorno e pranzare solo una volta arrivati a destinazione. iIn linea di massima la partenza è verso 7/7 e mezza e l’arrivo verso le 13/14 al massimo. Probabilmente siamo leggermente più veloci di una persona media quindi se dopo i primi giorni i conti non tornano, regolati di conseguenza.
Ci sono almeno tre buoni motivi per adottare questa strategia:
Un’altra cosa da tenere a mente è che in realtà ci si può fermare praticamente ovunque lungo il percorso. Specialmente a bassa quota i villaggi si trovano tutti a breve distanza uno dall’altro e le tappe consigliate possono essere tranquillamente modificate con il villaggio successivo. In più anche le lodge/tea house tra un villaggio e l’altro sono davvero tante dando sostanzialmente infinite possibilità per fermarsi nel caso fossi stanco o semplicemente volessi continuare a camminare un’altro po’ dopo essere arrivato alla destinazione designata.
Infine, consiglio di scaricarsi maps.me, l’applicazione funziona anche offline dopo che si sono scaricate le mappa e credo sia uno strumento fantastico per completare i trekking.
N.b. L’intero tracciato è segnato con i colori bianco e rosso ma credo che specialmente lungo la prima parte (indicativamente da Nagdi a Timang) ci siano tratti dove è più conveniente camminare lungo la strada invece di seguire questa segnaletica che spesso ti porta a fare un grosso dislivello per poi farti scendere di nuovo sulla strada un chilometro dopo. Dai sempre un’occhiata a maps.me e valuta se ne vale davvero la pena.
Profilo altimetrico del circuito dell’Annapurna.
Giorno 1. Bus Pokhara – Besisahar (4 ore, 108km) oppure Bus Kathmandu – Besisahar (7 ore, 184 km) / Bus Besisahar – Ngadi (1 ora, 13km) / Camminare Ngadi – Ghermu (2:45 ore, 9.3 km)
Besisahar (760m) – Ngadi (840m) – Lampata (1017m) – Bahundanda (1223m) – Ghermu (1108m)
Noi siamo passati per Pokhara in quanto avevamo tempo e abbiamo pensato che spezzare il viaggio fosse una buona idea ma non è assolutamente necessario farlo, anzi con il senno di poi forse avrei optato per il bus diretto da Kathmandu.
Da Kathmandu il bus parte dalla Stazione degli autobus di Gongabu (Gongabu Bus Park) e il costo è di 500/600 rupie. Ci sono diverse partenze giornaliere ma consiglio di partire la mattina presto (il primo bus dovrebbe essere alle 6:45) vai alla stazione degli autobus il giorno prima, compra il biglietto e conferma l’orario di partenza.
Se invece vuoi passare per Pokhara, il bus Kathmandu – Pokhara parte in questo punto, quasi tutti gli alloggi/agenzie chiedono 700 rupie ma siamo riusciti ad avere due biglietti per 1300. Il bus Pokhara – Besisahar parte invece dal Tourist Bus Park (punto di arrivo del bus Kathmandu – Pokhara) prima partenza alle 7:00, noi abbiamo pagato 500 rupie ciascuno tramite l’hotel ma a quanto pare si può pagare meno.
Dall’ultima fermata di Besisahar (dove scendono tutti) è possibile organizzare il trasporto in jeep verso qualsiasi destinazione lungo il percorso, consiglio però di aspettare il bus locale che passa di frequente e proseguire fino a Ngadi (ultima fermata) il costo è di 300 rupie. Volendo potresti scendere a Bhulbhule (200 rupie) e proseguire a piedi ma cammineresti lungo la strada e sinceramente non ti perdi niente. Se invece non hai tempo, o semplicemente vuoi partire più in alto, questo è il momento di prendere una jeep verso uno degli altri punti di partenza.
In linea di massima, se decidi di raggiungere Syange o Jagat in jeep nell’arco di questa giornata, puoi comunque seguire l’itinerario alla lettera modificando esclusivamente il punto di partenza del giorno 2. In ogni caso tieni a portata di mano i tuoi permessi in quanto a Bhulbhule c’è il primo checkpoint, io non lo sapevo e ho dovuto arrampicarmi sul tetto del bus per prenderli dallo zaino.
Da Ngadi il sentiero che porta a Ghermu è davvero piacevole e lo consiglio. Noi abbiamo passato la notte alla lodge Crystal, camera, wifi e doccia calda gratis pagando la cena e la colazione. Il ragazzo però il mattino seguente ci ha fatto pagare il 10% del totale come servizio, era la prima notte e non lo sapevamo ma questa non è assolutamente la norma, nessun altro lungo il percorso ci ha nemmeno provato, probabilmente ci sono opzioni migliori in paese.
Il sentiero che porta a Ghermu.
Giorno 2. Camminare Ghermu – Tal (5 ore, 15 km)
Ghermu (1108m) – Jagat (1250m) – Chyamch (1367m) – Tal (1633m)
Se parti da Syange/Jagat sono rispettivamente 1 km e 4 km circa in meno quindi probabilmente 4/4 ore e mezza per raggiungere Tal.
Da Ngadi volendo potresti rimanere in quota e prendere un sentiero superiore che evita completamente la strada ma è molto più duro e allunga il percorso di 3km, oppure scendere verso il villaggio di Syange attraversando il fiume e seguire la strada fino Chamje da dove si attraversa nuovamente il fiume e ci si immette sul sentiero che porta a Tal.
Noi abbiamo optato per la strada e sinceramente non è stato affatto un problema, sarà che la mattina presto c’è ancora poco traffico ma lungo i 7 km circa di strada da Syange a Chamje non sono passate più di 10 jeep. Lungo questi 7km è inoltre possibile prendere delle piccole deviazioni che ti portano su sentieri che corrono parallelamente alla strada ma sono tutto un sali e scendi sostanzialmente inutile, dopo aver fatto il primo ci siamo rotti e abbiamo camminato lungo la strada.
A Chamje si attraversa nuovamente il fiume e si cammina per un paio di chilometri lungo un sentiero davvero piacevole prima della rampa finale che porta al villaggio di Tal.
A Tal abbiamo passato la notte alla River View Guest House, anche qui abbiamo avuto la stanza (con bagno ed acqua calda) gratuitamente in cambio del costo dei pasti ma niente wifi.
Il villaggio di Jagat.
Giorno 3. Camminare Tal – Timang (5 ore e mezza, 13 km)
Tal (1633m) – Karte (1781m) – Dharapani (1844m) – Odar (2131m) – Bagarchhapad (2059m) – Danque (2139m) – Timang (2578m)
Da Tal consiglio fortemente di camminare lungo il sentiero che, dando le spalle al paese, corre sul lato destro della valle (mentre la strada corre sul lato sinistro dall’altro lato del fiume) fino al villaggio di Dharapani dove strada e sentiero si ricongiungono. Il sentiero è leggermente più duro rispetto alla strada ma le viste meritano e tutto sommato è un tratto davvero piacevole.
Da Dharapani a Timang consiglio di camminare lungo la strada, c’è qualche scorciatoia segnalata che vale la pena fare ma per la maggior parte, segui la strada.
Timang è un villaggio davvero carino circondato dalle montagne, noi abbiamo dormito all’Hotel Manaslu, camere carine, ottima doccia calda e wifi, il tutto gratuitamente , pagati solo i pasti.
Il villaggio di Chame.
Giorno 4. Timang – Dhikur Pokhari (6 ore, 20 km)
Timang (2578m) – Chhitepu (2636m) – Koto (2656m) – Chame (2726m) – Talekhu (2838m) – Bratan (2932m) – Dhikur Pokhari (3211m)
Questa giornata si cammina praticamente sempre lungo la strada ma devo dire che ancora una volta non è stato assolutamente un problema: traffico praticamente assente e ogni tanto c’è la possibilità di prendere il sentiero che corre lungo la strada.
Fino a Brathang il percorso è relativamente facile, a tratti pianeggiante poi inizia una costante ascesa fino al villaggio di Dhikur Pokhari.
Abbiamo dormito all’Hotel Kamala e anche in questo caso mi sento di consigliarlo, camera carina e wifi gratuito pagando i pasti, doccia calda a pagamento.
Alba a Dhikur Pokhari.
Giorno 5. Dhikur Pokhari – Ngawal (5 ore e mezza, 14 km)
Dhikur Pokhari (3211m) – Upper Pisan (3303m) – Ghyaru (3695m) – Ngawal (3669m)
Da Dhikur Pokhari hai due opzioni: seguire le indicazioni verso Lower Pisang e camminare lungo la strada fino a Manang oppure puntare verso Upper Pisang e prendere il sentiero che corre in quota (si raggiungono quasi 4000m di altitudine) lungo l’altro lato della valle. Io consiglio fortemente la seconda opzione, il sentiero è davvero scenografico ma se non ti senti in forma probabilmente è meglio evitare di strafare e proseguire verso Lower Pisang.
Un’altra cosa che potresti fare è puntare Upper Pisang (da dove ci sono delle fantastiche viste sull’Annapurna 2) e poi scendere verso Lower Pisang e proseguire lungo la strada fino a Manang.
Da Dhikur Pokhari a Upper Pisang il sentiero è quasi pianeggiante e davvero piacevole ma una volta usciti dal villaggio c’è una bella rampa (400 metri di dislivello) verso il villaggio di Ghyaru. Quest’ultimo è un borgo davvero carino, tutte le strutture sono interamente fatte in pietra e vale la pena esplorarlo brevemente.
Per le vie di Ghyaru.
Da Ghyaru a Ngawal il sentiero è sostanzialmente un falso piano estremamente camminabile con delle viste spettacolari sul massiccio dell’Annapurna, questo è stato il tratto che più mi è piaciuto dell’intero circuito.
A Ngawal abbiamo dormito alla prima (letteralmente) lodge all’ingresso del paese, anche qui wifi e camera gratis pagando solo i pasti, doccia calda a pagamento. La famiglia è stata davvero carina e il cibo era ottimo ma la struttura non era delle migliori, specialmente se confrontata con quelle che abbiamo visto in seguito il giorno successivo.
N.b. Durante questo giorno molti preferiscono fare tutta una tirata e arrivare a Manang così facendo però diventa una giornata davvero lunga. Se non sei tirato con i tempi lo sconsiglio ma se decidi di farlo, semplicemente salta il giorno 6 e passa direttamente al giorno 7. Ovviamente vale lo stesso discorso se decidi di non optare per il sentiero superiore, raggiungi Manang in giornata e passa direttamente al giorno 7.
Il villaggio di Ngawal.
Giorno 6. Ngawal – Manang (2:45 ore, 9 km)
Ngawal (3669m) – Munchi (3500m) – Braga (3519m) – Manang (3560m)
Questa è una giornata di semi-riposo. Dal villaggio di Ngawal si hanno due opzioni: prendere il sentiero che appena fuori dal paese scende verso valle e si ricongiunge con la strada a Mungii, oppure rimanere in quota un po’ più a lunga e scendere a Braka.
Il primo sentiero è meglio segnalato, battuto e breve, la maggior parte delle persone sceglie questa opzione (noi compresi) nonostante l’idea fosse fare l’altro. Ci siamo lasciati direzionare dai trekkers di fronte a noi, se però fai attenzione e dai un’occhiata a maps.me il secondo è probabilmente più scenografico, in ogni caso cambia poco.
Arrivati in fondo alla valle, si cammina lungo la strada pianeggiante fino a Manang. Qui prima di trovare un alloggio gratis pagando solo i pasti abbiamo dovuto chiedere in un paio di posti ma alla fine abbiamo trovato un accordo con l’Himalayan Singi Hotel, camera con bagno, doccia calda (solare) e wifi gratuiti pagando quindi solo i sei pasti (siamo rimasti due notti per acclimatarci il che è estremamente consigliato).
Vista la breve giornata di cammino, nel pomeriggio abbiamo esplorato la città e il vicino lago Gangapurna.
La città di Manang.
Giorno 7. Manang (Giornata di riposo / acclimatazione)
Anche se ti senti bene fisicamente è assolutamente consigliato passare la giornata a Manang e non salire ulteriormente così da evitare problemi nei giorni successivi. È però consigliabile fare una breve escursione nei paraggi sia per ammazzare il tempo sia per facilitare il processo di acclimatazione. Come dice il famoso detto inglese “climb high sleep low” (scala alto dormi basso) il modo migliore per adattarsi all’altitudine è fare dislivello durante il giorno e poi scendere per dare modo al corpo di recuperare.
Per tale scopo ci sono diverse opzioni nei dintorni di Manang (qui sotto vedi una mappa davvero carina), le due che mi sento di consigliare sono: il punto panoramico ChongKor e la Praken Gompa. Sono entrambe escursione da 2-3 ore andata e ritorno, perfette per guadagnare qualche centinaio di metri di altitudine e poi passare il resto della giornata per riposare.
Mappa delle escursioni a Manang.
Noi abbiamo optato per ChongKor e siamo rimasti soddisfatti del panorama (la vista sul ghiacciaio è ottima) ma anche Praken Gompa dall’altro lato della valle sembra essere un’ottima opzione, entrambi sono a circa 3900 metri. Un’altra scelta popolare, ma decisamente più impegnativa, è la visita dell’Ice Lake a quota 4200m.
Infine, da Manang si può decidere di salire al Tilicho Lake, il lago (di quelle dimensioni) più alto al mondo che però non fa parte del percorso ufficiale del circuito dell’Annapurna. Se hai due giorni extra a disposizione, prima di salire verso il passo potresti raggiungere il campo base del Tilicho Lake in un giorno e poi il giorno successivo, dopo aver visitato il lago, riprendere l’itinerario del circuito. Volendo potresti anche proseguire verso Jomsom senza quindi tornare sui tuoi passi lungo quella che è una variante decisamente poco battuta che taglia sostanzialmente il tratto Manang – Jomsom.
Noi volevamo fare la variante di due giorni ma il sentiero a metà aprile era ancora chiuso a causa della neve, cosa anomala ma assolutamente possibile.
N.b. Se non ti senti particolarmente in forma a causa dell’altitudine, penso che Manang sia il luogo ideale dove eventualmente passare qualche giorno extra per recuperare prima di continuare il trekking, più di qualcuno passa anche una terza notte in città. Manang è inoltre il luogo ideale dove comprare eventuale attrezzatura mancante, qui termina la strada e i prezzi sono ancora competitivi, una volta lasciata la città il discorso cambia.
Punto panoramico ChongKor.
Giorno 8. Manang – Churi Letdar (4:30 ore, 11 km)
Manang (3560m) – Tengi (3719m) – Ghunsang (3947m) – Yak Kharka (4050m) – Churi Letdar (4248m)
L’ascesa verso Churi Letdar è davvero piacevole, il primo tratto offre delle bellissime viste su Manang a fondo valle mentre il secondo (a tratti pianeggiante) ci ha regalato delle ottime viste sui picchi circostanti e numerose aquile prima di arrivare a Yak Kharka dove c’è l’ultima salita.
Churi Letdar si trova a 4200m contro i 3500m di Manang, a questa altitudine sarebbe raccomandato di guadagnare non più di 500 metri al giorno, noi non abbiamo avuto nessun problema. Se però non ti senti particolarmente in forma, un’altra tappa popolare è il villaggio di Yak Kharka a 4100 m circa un chilometro prima di arrivare a Churi Letdar. A volte anche solo 100 metri possono fare la differenza!
Qui abbiamo dormito alla SnowLand lodge, camera e wifi gratis pagando i pasti, la struttura non è esattamente nuova ma la vista è fantastica e il personale gentile.
Ingresso al villaggio di Churi Letdar.
Giorno 9. Churi Letdar – High Camp (3:45 ore, 6 km)
Churi Letdar (4248m) – Deurali Tea House (4440m) – Thorung Phedi (4548m) – High Camp (4884m)
Il primo tratto in leggera salita è davvero piacevole, le viste ottime, poi si scende per attraversare il fiume, si riprende quota (non divertente a questa altitudine) e si cammina lungo un falsopiano fino a Thorung Pedi.
Da Thorung Pedi all’High Camp c’è una salita breve ma tosta, vai con calma! Consiglio di partire la mattina presto. Specialmente durante l’alta stagione il rischio di restare senza camera e dover dormire nell’area comune dell’High Camp è alta se si arriva tardi in quanto c’è solo una struttura che, seppur grande, ha un numero limitato di stanze. Qui dormire gratis pagando solo il cibo è impossibile, la nostra stanza doppia ci è costata 350 rupie a testa.
Nel pomeriggio se ne hai voglia puoi salire al vicino punto panoramico che offre un’ottima vista a 360 gradi sulla valle, sono solo una decina di minuti a piedi ed è particolarmente gettonato per vedere l’alba ma noi non abbiamo avuto la forza di volontà per uscire dal sacco a pelo a quell’ora.
Un’alternativa che sembra essere abbastanza popolare è dormire a Thorung Pedi ma sinceramente non credo sia un’ottima idea in quanto renderebbe il giorno successivo, che è già il più tosto e lungo dell’intero circuito, ancora più duro.
C’è però da dire che il dormire ad un’altitudine più bassa prima di affrontare il passo potrebbe beneficiare a qualcuno che ha problemi con l’altitudine e non si sente particolarmente in forma. Alcuni addirittura passano una notte a Thorung Pedi e una all’High Camp prima di affrontare il passo, in sostanza, ascolta quello che ti dice il tuo corpo ma se ti senti bene credo che la notte del giorno 8 sia meglio passarla all’High Camp.
Alba all’High Camp.
Giorno 10. High Camp – Muktinath (7 ore, 13 km)
High Camp (4884m) – Thorong La Pass (5416m) – Chambar Bir (4200m) – Muktinath (3611m)
Alle 3 e mezza ho sentito le prime persone prepararsi per l’ascesa verso il passo ma noi avevamo deciso di aspettare l’alba. Abbiamo iniziato a camminare alle 6 è un quarto e all’high camp non c’era quasi più nessuno. Il primo tratto non è stato esattamente piacevole con il sentiero ancora in parte ghiacciato e una scarpata sulla nostra destra.
Arrivare al passo non è stato facile e spesso ci sembrava stessimo per scollinare e invece ci trovavamo davanti un’altra salita. In uno di questi episodi mi si è pure rotta una racchetta. Quando siamo finalmente arrivati al passo è stata davvero una sensazione bellissima.
Foto di rito al Passo Thorong.
Fate le dovute foto di rito è iniziata la parte più difficile della giornata, la lunga discesa verso Muktinath, 1600 metri di dislivello in discesa non esattamente piacevoli soprattutto per la neve e il fango che hanno reso il sentiero estremamente scivoloso.
Quando siamo finalmente arrivati a destinazione abbiamo trovato un’ottima stanza all’Hotel The Paths of Dream, anche qui, doccia calda, wifi e stanza gratis pagando solo i pasti.
N.b. Questa è stata l’unica giornata in cui un paio di ramponi non mi avrebbero fatto sicuramente schifo ma c’è da dire che è stata un’annata decisamente anomala e da quanto mi è stato detto, normalmente ad aprile/maggio non c’è molta neve.
Come detto all’inizio della guida, arrivati a questo punto ci sono diverse opzioni, noi abbiamo deciso di prendere l’autobus verso Tatopani ed iniziare il trekking verso Poon Hill ma per completezza illustro quello che è l’itinerario consigliato se si vuole completare il circuito a piedi.
Se decidi di prendere il bus questi sono in linea di massima i prezzi per le principali destinazioni (per le jeep aspettati di pagare almeno il doppio)
Jomsom – 350 rupie – 2 ore
Tatopani – 1200 rupie – 7 ore
Pokhara – 1450 rupie – 12 ore
Upper Pisang.
Giorno 11. Muktinath – New Jomsom via Lupra (6 ore, 22 km)
Muktinath (3611m) – Lupra (2983m) – Jomson (2784m)
Qui hai due opzioni: se vuoi completamente evitare la strada devi passare per il villaggio di Lupra a sud, l’alternativa è passare per Kagbeni (sembra essere un bellissimo villaggio e mi era stata consigliata la visita) a nord camminando a tratti lungo la strada. Lo scenario (anche visto del bus) è davvero impressionante e immagino lo sia ancora di più visto dal sentiero che passa più alto.
Arrivo a Lupra hai nuovamente due opzioni: restare in quota e camminare lungo il versante della montagna oppure scendere a valle e camminare lungo il fiume, entrambi i sentieri si ricongiungono a circa 5km da Jomsom dove si è obbligati a camminare a lato della strada.
Autobus da New Jomsom:
Tatopani 880 rupie – 5 ore
Pokhara 1110 rupie – 10 ore
Kathmandu 1700 rupie – 20 ore
È inoltre possibile volare verso Pokhara.
Giorno 12. New Jomsom – Tukuche (4 ore e mezza, 15.5 km)
Jomsom (2784m) – Thini (2836m) – Chhario (2704m) – Tukuche (2615m)
Circa 500 metri fuori dal paese si prende quella che era la strada principale prima della costruzione di quella nuova. In pratica, si attraversa il fiume e si cammina per tutto il giorno sul lato opposto della valle rispetto alla strada trafficata.
Il sentiero/strada è tutto un sali e scendi fino al villaggio di Chhario da dove il percorso spiana in un falsopiano che porta al villaggio di Tukuche.
Giorno 13. Tukuche – Ghansa (8 ore, 30km)
Tukuche (2615m) – Sauru (2570m) – Kokhethanti (2533m) – Konjo (2700m) – Titi Lake (2700m) – Chhoya Deurali (2505m) – Ghasa (2072m)
Qui ci sono almeno tre diverse opzioni: se vuoi completamente evitare la strada e passare per il lago Titi allora sono circa 30km e quasi 8 ore di cammino; se una volta arrivato a Kokhethanti segui il fiume invece di puntare verso il lago allora sono circa 25km; l’ultima alternativa è seguire la strada (trafficata) fino a Larjung e proseguire lungo il percorso più breve mostrato da maps.me, in questo caso sono circa 20km di cui buona parte lungo la strada.
La salita che porta a Ghorepani.
Giorno 14. Ghansa – Tatopani (17km, 5 ore)
Ghasa (2072m) – Pairothapla (1937m) – Kopchepani (1765m) – Narchyang (1448m) – Tatopani (1362m)
Anche in questo caso si cammina la maggior tempo dal lato opposto del fiume rispetto alla strada principale, eccetto l’ultimo chilometro prima di arrivare a Tatopani quando si attraversa il fiume e si deve camminare lungo la strada trafficata.
Il villaggio è davvero turistico e affollato in quanto è usato come punto di inzio/arrivo per molti trekking nella zona. Noi siamo arrivati in autobus da Muktinath e al contrario di quello che pensavamo (vista la bassa altitudine) trovare una stanza gratis pagando solo il cibo è stato impossibile e abbiamo finito col pagare 200 rupie per una stanza doppia all’Hotel Himalaya, sistemazione modesta ma ottimo wifi e cibo.
Nel pomeriggio abbiamo visitato le vicine sorgenti termali, niente di impressionante ma è comunque stato piacevole passare un’oretta in ammollo specialmente dopo quelli che per noi erano stati 10 giorni di trekking. L’ingresso costa 150 rupie.
Giorno 15. Tatopani – Ghorepani ( 6 ore, 17km)
Tatopani (1362m) – Ghara (1745m) – Shikha (1934m) – Phalate (2272m) – Chitre (2370m) – Ghorepani (2800m)
Questa è una gran bella sfaticata, sono infatti 1600 metri di dislivello e un numero infinito di scalini che, uniti al caldo, hanno reso la giornata una delle più dure dell’intero circuito. Nonostante tutto siamo arrivati a destinazione verso le 2 e ci siamo sistemati alla Lodge Mountain View dove, dopo un po’ di negoziazione, siamo riusciti ad avere camera e doccia calda gratis in cambio di pranzo, cena e colazione.
Dopo aver camminato per circa un 1km lungo la strada principale bisogna attraversare il ponte che porta al lato opposto del fiume. Da qui in poi il sentiero è ben segnalato e si alterna ad una strada secondaria praticamente priva di traffico per parecchi chilometri; in seguito troverete una serie infinita di scalini fino al villaggio di Ghorepani dove noi abbiamo proseguito verso il campo Base dell’Annapurna mentre il percorso del circuito punta verso Nayapul dove si conclude il trekking.
Se camminare 17 km chilometri con 1600 metri di dislivello ti sembra troppo, consiglio di passare la notte a Shikha, che si trova letteralmente a metà strada.
Ghyaru a sinistra e Annapurna 2 sulla destra.
Giorno 16. Ghorepani – Poon Hill – Nayapul – Bus Pokhara (6 ore e mezza, 22km)
Ghorepani (2800m) – Poon Hill (3200m) – Ghorepani (2800m) – Nangethanti (2524m) – Banthanti (2306m) – Ulleri (2110m) – Tikhedhunga (1536m) – Hile (1554m) – Birethanti (1120m) – Nayapul (1117m)
La prima parte della giornata consiste nell’ascesa a Poon Hill per vedere l’alba, da Ghorepani alla cima di Poon Hill è solo un chilometro e mezzo ma sono quasi 400 metri di dislivello quindi non è proprio una passeggiata. Noi ci abbiamo messo circa 40 minuti quindi se vuoi vedere l’alba regolati in base al periodo dell’anno. Ovviamente consiglio di partire con un headlamp o almeno la torcia del cellulare ma non aver paura, perdersi è impossibile, tutti salgono per vedere l’alba e il sentiero è estremamente facile da seguire. All’inizio del sentiero c’è da pagare un ingresso a Poon Hill, 100 rupie.
Una volta tornato a Ghorepani fai colazione e comincia la discesa verso Nayapul dove termina il circuito. Se invece vuoi fare come noi e completare anche il trekking al campo base dell’Annapurna, allora punta verso Tadapani.
Se vuoi spezzare questa giornata in due probabilmente l’ideale è fermarsi a Ulleri e camminare fino a Nayapul il giorno seguente. Da Nayapul ci sono bus di frequente verso Pokhara, sono due ore, circa 200-300 rupie. Qui si conclude il circuito dell’Annapurna.
Monastero all’ingresso di Manang.
Prima di parlare dei punti di partenza ecco una mappa completa del circuito con i vari percorsi e una tabella riassuntiva di quelli che sono in linea di massima i tre itinerari più popolari che sostanzialmente differiscono per il solo punto di partenza.
Sostanzialmente, se hai tempo a disposizione, consiglio di partire da Nayapul e incorporare il trekking a Poon Hill oppure da Phedi passando per le sorgenti termali di Jhinu Danda. Se invece sei stretto con i tempi l’opzione migliore è iniziare da Siwai.
In ogni caso, tutti e tre i punti di partenza possono anche essere usati come punti di arrivo combinandoli a piacimento. Per esempio potresti partire da Nayapul e tornare a Pokhara da Siwai oppure partire da Phedi e tornare a Pokhara da Nayapul ecc. La scelta è assolutamente a tua discrezione e sostanzialmente dipende da quanto tempo hai.
Per praticità illustro giorno per giorno tutti e tre gli gli itinerari più popolari, descrivendo in dettaglio solo nel primo itinerario quello che è il tragitto da Chomrong al Campo Base, tratto uguale in tutti e tre i percorsi.
Anche la stazione degli autobus verso i tre punti di partenza è la stessa e in tutti i casi consiglio di iniziare la mattina presto prendendo un taxi verso il Baglung Bus Park. Dal lakeside di Pokhara (la zona turistica lungo il lago dove si trovano tutti gli hotel/ostelli) dopo aver contrattato siamo scesi a 300 rupie per la corsa, volendo è possibile anche arrivare con il trasporto pubblico pagando una frazione del nostro prezzo ma ci è stato detto che bisogna cambiare autobus due volte e noi non ne avevamo voglia! È inoltre possibile prendere una jeep verso tutte le destinazioni ma aspettati di pagare almeno il doppio.
Un’altra cosa da tenere a mente è che in realtà ci si può fermare praticamente ovunque lungo il percorso. I villaggi si trovano tutti a breve distanza uno dall’altro e le tappe consigliate possono essere tranquillamente modificate con il villaggio successivo. Senza contare inoltre che anche le lodge/tea house tra un villaggio e l’altro sono davvero tante e offrono sostanzialmente infinite possibilità per fermarsi nel caso fossi stanco, o semplicemente volessi continuare a camminare un altro po’ dopo essere arrivato alla destinazione designata. La tappe sono però più forzate ad alta quota.
Profilo altimetrico trekking Campo Base dell’Annapurna.
N.b. Tutte le lodge che si trovavano al campo base dell’Annapurna sono state distrutte da una valanga ad inizio 2019, al momento il punto più alto dove è possibile dormire è il campo base Machhapuchhre qualche chilometro più giù.
Nonostante qui ci siano 5 lodge e noi fossimo arrivati nella tarda mattinata (molto prima della maggior parte degli altri trekkers), non ci è stato possibile passare la notte perché avevano il tutto esaurito e papà non voleva dormire nell’area comune. Questo è successo ad aprile che non è nemmeno altissima stagione, se quindi vuoi la sicurezza di avere una camera privata dove dormire, consiglio fortemente di fare una prenotazione nei giorni precedenti, qualsiasi lodge è in grado di farlo per te, se fai parte di un tour organizzato ovviamente non dovrebbero esserci problemi.
Questo itinerario è pensato per raggiungere completare il trekking nel più breve tempo possibile, se non sei particolarmente in forma, stai soffrendo l’altitudine o semplicemente preferisci prendertela con calma, sentiti libero di spezzare l’ascesa verso il campo base aggiungendo 1-2 tappe extra.
Giorno 1. Bus Pokhara – Siwai (3 ore e mezza, 50km) / Camminare Siwai – Chomrong (4 ore e mezza, 11 km)
Siwai (1250m) – Chomrong (2170m)
Da Pokhara a Siwai sono 3 ore e mezza circa, costo del biglietto 300-400 rupie. Arrivati a Siwai si cammina brevemente lungo la strada che sostanzialmente termina in questo villaggio e poi si comincia a camminare lungo un falsopiano davvero piacevole che attraversa numerosi villaggi tipici.
Arrivati a Samrung si attraversa un lungo ponte sospeso e inizia una salita bella tosta che si conclude a Chomrong. Durante il viaggio in autobus cerca di tenere i tuoi permessi a portato di mano in quanto c’è un checkpoint per strada.
Noi abbiamo fatto il percorso al contrario cambiando leggermente le tratte quindi non ho nessuna raccomandazione per quanto riguarda la sistemazione a Chomrong ma ti assicuro che le opzioni qui sono decisamente tante.
Il villaggio di Chomrong.
Giorno 2. Chomrong – Himalaya (6 ore, 12 km)
Chomrong (2170m) – Himalaya (2950m)
La giornata inizia con una gran discesa fino a fondo valle da dove inizia poi una salita abbastanza regolare fino al villaggio di Himalaya. Il percorso è composto in gran parte da scalinate che attraversano la foresta, le viste non sono spettacolari in questo tratto ma almeno il sentiero è prevalentemente all’ombra.
Se non ti va di camminare così a lungo, due possibile fermate alternative sono il villaggio di Bamboo oppure Dovan. Qui non è possibile contrattare il prezzo della stanza, 500 rupie per una doppia.
Giorno 3. Himalaya – Campo Base Annapurna – Campo Base Machhapuchhre (6 ore e mezza, 12 km)
Himalaya (2950m) – Campo Base Annapurna (4130m) – Campo Base Machhapuchhre (3700m)
Questa è di gran lunga la giornata più bella del trekking, all’altezza di Himalaya si esce dalla foresta e si iniziano a vedere chiaramente i picchi che circondano la valle, arrivati a Deurali si scende per qualche centinaio di metri e poi inizia una salita costante fino al Campo Base Machhapuchhre. Qui consiglio di lasciare il proprio zaino e proseguire verso il Campo Base dell’Annapurna dove godersi le viste a spettacolari e scattare le foto di rito prima di tornare al Campo Base Machhapuchhre per passare la notte.
Alcuni decidono di salire al campo base dell’Annapurna il mattino seguente ma se la visibilità è buona credo sia meglio farlo in questo giorno ed evitare così di allungare il giorno successivo, anche se è più alta le probabilità di avere un meteo migliore al mattino. In ogni caso il picco è visibile anche dal Campo Base Machhapuchhre, a te la scelta!
Qui non è possibile contrattare il prezzo della stanza, 500 rupie per una doppia.
Campo Base dell’Annapurna.
Giorno 4. Campo Base Machhapuchhre – Bamboo (4 ore e mezza, 11 km)
Campo Base Machhapuchhre (3700m) – Bamboo (2345m)
Come appena detto, potresti iniziare la giornata salendo al Campo base dell’Annapurna oppure se l’hai già fatto il giorno precedente puoi iniziare a scendere verso Bamboo.
Sostanzialmente si cammina tutto il giorno in discesa lungo il sentiero fatto in salita, se arrivato a Bamboo ne hai ancora voglia, puoi decidere di scendere ulteriormente fino a Sinuwa o Bhanuwa in modo da accorciare il giorno successivo che è abbastanza lungo.
Giorno 5. Bamboo – Siwai (6 ore e mezza, 17 km) / Bus Siwai – Pokhara (3 ore e mezza, 50km)
Bamboo (2345m) – Siwai (1250m)
La discesa verso Chomrong è davvero rapida ma la scalinata per risalire è infinita e può fare davvero caldo quindi consiglio di partire la mattina presto anche perché l’ultimo bus verso Pokhara è alle 16:00.
Il percorso anche in questo caso è lo stesso fatto all’andata, quindi una volta arrivato a Chomrong ti aspetta praticamente solo discesa fino a Siwai dove puoi prendere il bus/jeep o addirittura un taxi per tornare a PoKhara. Anche in questo caso ricorda di tenere i permessi a portato di mano in quanto ci si ferma allo stesso checkpoint dell’andata.
A Bamboo è possibile avere una stanza gratis pagando solo i pasti, The Buddha Guest House non è male e la simpatica signora è più che disposta a contrattare.
Ponte sospeso tra Bamboo e Siwai.
Questo itinerario è sostanzialmente pensato per combinare il trekking a Poon Hill prima con quello al campo Base dell’Annapurna poi. Volendo è pure possibile puntare direttamente al campo base dell’Annapurna da Nayapul facendo quello che è in pratica l’itinerario appena descritto partendo da Siwai con un giorno extra di cammino ma personalmente non credo abbia molto senso in quanto si cammina lungo la strada e il paesaggio non è di certo spettacolare.
Giorno 1. Bus Pokhara – Nayapul (2 ore e un quarto, 40km) / Camminare Nayapul – Ulleri (4 ore, 12 km)
Nayapul (1117m) – Birethanti (1120m) – Hile (1554m) – Ulleri (2110m)
Il bus da Baglung Bus Park a Nayapul costa 200 rupie. Una volta arrivato destinazione, cammina attraverso il paese e attraversa il ponte in direzione di Birethanti, qui ci sono i primi due check point dove devi mostrare i tuoi permessi.
Da qui in poi il percorso da seguire è abbastanza ovvio ma puoi sempre aiutarti con maps.me, la prima parte è lungo la strada, poi è tutto sentiero fino al villaggio di Hile dove volendo potresti passare la notte. Io consiglio di proseguire fino ad Ulleri perché il tratto Hile – Ullerri è bello duro e ci si impiega 2 ore circa.
Giorno 2. Ulleri – Ghorepani (3 ore, 8 km)
Ulleri (2110m) – Banthanti (2210m) – Nangethani (2430m) – Ghorepani (2780m)
Questa è una giornata abbastanza breve quindi puoi partire con calma, a meno che tu non ti sia fermato più a valle. Il sentiero passa attraverso la foresta e vengono attraversati diversi villaggi, cascate e torrenti. L’intero tragitto è sostanzialmente in salita.
Alla Lodge Mountain View, dopo un po’ di negoziazione, siamo riusciti ad avere camera e doccia calda gratis consumando pranzo cena e colazione.
L’aquila dell’Himalaya.
Giorno 3. Ghorepani – Poon Hill – Tadapani (3 ore, 8.3 km)
Ghorepani (2780m) – Poon Hill (3200m) – Ghorepani (2780m) – Tadapani (2630m)
La prima parte della giornata consiste nell’ascesa a Poon Hill per vedere l’alba, da Ghorepani alla cima di Poon Hill è solo un chilometro e mezzo ma sono quasi 400 metri di dislivello quindi non è proprio una passeggiata. Noi ci abbiamo messo circa 40 minuti quindi se vuoi vedere l’alba regolati in base al periodo dell’anno.
Ovviamente consiglio di partire con un headlamp o almeno la torcia del cellulare ma non aver paura, perdersi è impossibile, tutti salgono per vedere l’alba e il sentiero è estremamente facile da seguire. Praticamente all’inizio del sentiero c’è da pagare un ingresso a Poon Hill, 100 rupie.
Una volta tornato a Ghorepani fai colazione e comincia la salita verso il passo da dove si hanno delle fantastiche viste sul massiccio dell’Annapurna, poi ti aspetta un continuo sali e scendi fino a Tadapani. Il giorno successivo si raggiunge Chomrong da dove puoi seguire l’itinerario appena descritto e tornare a Pokhara da Siwai facendo sostanzialmente quanto segue.
Giorno 4. Tadapani – Chomrong (3 ore e mezza, 9.3 km)
Tadapani (2630m) – Chomrong (2170m)
La distanza è breve ma è tutto un sali e scendi abbastanza stancante, almeno si cammina per la maggior parte del tempo all’ombra della foresta. Volendo, potresti combinare il giorno 3 e 4 in un’unica lunga giornata di cammino riducendo quindi l’itinerario a 7 giorni ma se hai tempo a disposizione non vedo il bisogno di farlo.
Giorno 5. Chomrong – Himalaya (6 ore, 12 km)
Chomrong (2170m) – Himalaya (2950m)
Giorno 6. Himalaya – Campo Base Annapurna – Campo Base Machhapuchhre (6 ore e mezza, 12 km)
Himalaya (2950m) – Campo Base Annapurna (4130m) – Campo Base Machhapuchhre (3700m)
Giorno 7. Campo Base Machhapuchhre – Bamboo (4 ore e mezza, 11 km)
Campo Base Machhapuchhre (3700m) – Bamboo (2345m)
Giorno 8. Bamboo – Siwai (6 ore e mezza, 17 km) / Bus Siwai – Pokhara (3 ore e mezza, 50km)
Bamboo (2345m) – Siwai (1250m)
La cima dell’Annapurna.
Questo itinerario è probabilmente l’itinerario/ punto di partenza meno popolare dei tre ma si presta decisamente bene per visitare le sorgenti termali di Jhinu Danda.
Giorno 1. Bus Pokhara – Phedi (1 ora circa, 18km) / Camminare Phedi – Photana (3 ore circa, 7 km)
Phedi (1130m) – Photana (1990m)
Il bus da Baglung Bus Park a Phedi costa 100/200 rupie. Una volta arrivato a destinazione, cammina in direzione di Dhampus e poi prosegui attraverso la foresta fino a Pothana. L’intero tratto è in leggera ascesa.
Giorno 2. Photana – Jhinu Danda (5 ore circa, 13 km)
Photana (1990m) – Jhinu Danda (1720m)
Il primo tratto è in salita fino al villaggio di Pittam Deurali poi segue una discesa fino a fondo valle, prima di risalire ancora verso Jhinu Danda dove puoi passare il pomeriggio in relax alle sorgenti termali.
Non avendo fatto personalmente questo itinerario, preferendo invece la via verso Siwai, non so se valga davvero la pena visitare le sorgenti termali, in ogni caso le recensioni non sembrano male.
Lungo il sentiero che porta al Campo Base.
Giorno 3. Jhinu Danda – Bamboo (5 ore circa, 9.4km)
Jhinu Danda (1720m) – Bamboo (2345m)
Da Jhinu Danda si punta verso Chomrong e ci si immette in quello che è l’itinerario standard verso il campo base dell’Annapurna. Probabilmente al ritorno è preferibile andare a Siwai risparmiando un giorno di cammino ma ovviamente potresti ripercorrere lo stesso sentiero dell’andata e tornare a Pokhara da Phedi, in ogni caso l’itinerario può essere qualcosa di questo tipo.
Giorno 4. Bamboo – Deurali (3 ore e mezza, 7km)
Bamboo (2345m) – Deurali (3220m)
Giorno 5. Deurali – Campo Base Annapurna – Campo Base Machhapuchhre (5 ore e mezza, 12 km)
Deurali (3220m) – Campo Base Annapurna (4130m) – Campo Base Machhapuchhre (3700m)
Giorno 6. Campo Base Machhapuchhre – Bamboo (4 ore e mezza, 11 km)
Campo Base Machhapuchhre (3700m) – Bamboo (2345m)
Giorno 7. Bamboo – Siwai (6 ore e mezza, 17 km) / Bus Siwai – Pokhara (3 ore e mezza, 50km)
Bamboo (2345m) – Siwai (1250m)
Il sentiero da Ghorepani a Tadapani.
C’è chi inizia da Kimche (vicino a Siwai) e termina a Nayapul ma l’itinerario classico è quello fatto al contrario che sostanzialmente è in gran parte lo stesso itinerario descritto in precedenza: “Trekking Campo Base dell’Annapurna più Poon Hill con partenza da Nayapul in 8 giorni”.
In ogni caso, che tu decida di partire da Kimche o da Nayapul, consiglio di iniziare il primo giorno del trekking la mattina presto con un taxi verso Baglung Bus Park, dal lakeside di Pokhara (la zona turistica lungo il lago dove si trovano tutti gli hotel/ostelli) sono circa 10 minuti e 300 rupie, volendo è pure possibile arrivare con i mezzi pubblici ma bisogna fare un paio di cambi e noi non ne avevamo voglia.
Giorno 1. Bus Pokhara – Nayapul (2 ore e un quarto, 40km) / Camminare Nayapul – Ulleri (4 ore, 12 km)
Nayapul (1117m) – Birethanti (1120m) – Hile (1554m) – Ulleri (2110m)
Il bus da Baglung Bus Park a Nayapul costa 200 rupie. Una volta arrivato A destinazione, cammina attraverso il paese e attraversa il ponte in direzione di Birethanti, qui ci sono i primi due check point dove devi mostrare i tuoi permessi.
D’ora in avanti il percorso è abbastanza ovvio da seguire ma puoi sempre aiutarti con maps.me. La prima parte è lungo la strada e poi è tutto sentiero fino al villaggio di Hile dove volendo potresti passare la notte. Io consiglio di proseguire fino ad Ulleri, il tratto da Hile a Ulleri è bello duro e ci si impiega 2 ore circa.
Giorno 2. Ulleri – Ghorepani (3 ore, 8 km)
Ulleri (2110m) – Banthanti (2210m) – Nangethani (2430m) – Ghorepani (2780m)
Questa è una giornata abbastanza breve quindi puoi partire con calma, a meno che tu non ti sia fermato più a valle. Il sentiero passa attraverso la foresta e vengono attraversati parecchi villaggi, cascate e torrenti. L’intero tragitto è sostanzialmente in salita.
Alla Lodge Mountain View, dopo un po’ di negoziazione, siamo riusciti ad avere camera e doccia calda gratis consumando pranzo cena e colazione.
Giorno 3. Ghorepani – Poon Hill – Tadapani (3 ore, 8.3 km)
Ghorepani (2780m) – Poon Hill (3200m) – Ghorepani (2780m) – Tadapani (2630m)
La giornata è spezzata sostanzialmente in due, la prima parte consiste nell’ascesa a Poon Hill per vedere l’alba, da Ghorepani alla cima di Poon Hill è solo un chilometro e mezzo ma sono quasi 400 metri di dislivello quindi non è proprio una passeggiata. Noi ci abbiamo messo circa 40 minuti quindi se vuoi vedere l’alba regolati in base al periodo dell’anno.
Ovviamente consiglio di partire con un headlamp o almeno la torcia del cellulare ma non aver paura, perdersi è impossibile, tutti salgono per vedere l’alba e il sentiero è estremamente facile da seguire. Praticamente all’inizio del sentiero c’è da pagare un ingresso a Poon Hill, 100 rupie.
Una volta tornato a Ghorepani fai colazione e comincia la salita verso il passo da dove si hanno delle fantastiche viste sul massiccio dell’Annapurna, poi ti aspetta un continuo sali e scendi fino a Tadapani, il giorno successivo si raggiunge Chomrong da dove puoi seguire l’itinerario appena descritto e tornare a Pokhara da Siwai facendo sostanzialmente quanto segue.
La vista da Poon Hill.
Giorno 4. Tadapani – Kimche (3 ore, 9 km)
Tadapani (2630m) – Kimche (1550m)
La distanza è breve è sostanzialmente si cammina solamente in discesa attraverso la foresta, arrivato a Ghandruk puoi pranzare, goderti il panorama e poi scendere a Kimche da dove è possibile prendere una jeep/bus e tornare a Pokhara.
Se non hai letto quanto precede, volendo puoi tranquillamente combinare il trekking a Poon Hill con quello al campo Base dell’Annapurna, trovi l’itinerario nell’apposita sezione.
Se hai trovato questo articolo utile allora considera l’idea di acquistare la tua assicurazione viaggio tramite uno dei link presenti in questo sito, facendolo supporti il mio lavoro senza alcun costo aggiuntivo per te. L’assicurazione che consiglio per questo tipo di viaggio è TrueTraveller, aggiungendo il pacchetto “Extreme Pack” offre copertura per trekking sopra i 4600 metri o in alternativa SafetyWing aggiungendo il pacchetto “Adventure Sports” con copertura fino a 6000 metri.
Tutti e tre i trekking richiedono sostanzialmente lo stesso equipaggiamento e, visto il fatto che non è necessario campeggiare, non serve molto. Ecco la lista completa dell’attrezzatura e dell’abbigliamento.
Zaino – 50 litri sono più che sufficienti ma se decidi di non portare un sacco a pelo probabilmente 40 bastano. Papà ha utilizzato il suo Berghaus TrailHead 50 mentre io il mio zaino da viaggio Kelty Redwing 50, sono entrambi degli ottimi zaini il primo specificatamente da trekking, il secondo è un ibrido.
Smartphone – I sentieri sono ben segnalati ma avere maps.me a portata di mano può decisamente aiutare in determinate situazioni.
LifeStraw, filtro per l’acqua o borraccia con filtro – Tutte e tre sono opzioni valide che ti faranno risparmiare un bel po’ di soldi. In quota una bottiglia d’acqua può costare fino a 300 rupie. Sconsiglio le pastiglie in quanto a mio parere poco pratiche e alla lunga costose.
Headlamp – La maggior parte delle lodge ha la luce in camera e probabilmente riusciresti a cavartela con il solo cellulare ma avere una headlamp è più comodo specialmente se vuoi vedere l’alba a Poon Hill o inizi a camminare presto per esempio il giorno del passo Thorong.
Sacco a Pelo – Lo abbiamo portato entrambi e non ce ne siamo pentiti ma potenzialmente potresti farne a meno specialmente se intendi fare il solo trekking a Poon Hill. Le lodge forniscono sempre almeno una coperta e spesso è possibile averne una seconda gratuitamente il che è sufficiente nella maggior parte delle situazioni ma io un sacco a pelo leggero lo porterei anche per una questione di igiene.
Scalda Collo – Utila sia per proteggersi dal freddo che dal sole, io personalmente non parto mai senza il mio buff in lana merino che utilizzo anche per la polvere/smog. Se non sei un fan del buff ti consiglio di portare un cappello, il sole può davvero fare danni.
Tuta termica – Mai usata durante il giorno ma davvero utile la sera nelle lodge e come pigiama per andare a dormire, leggera e poco ingombrante.
Asciugamano sintetico – Pratico, leggero e si asciuga in fretta.
Custodia impermeabile – Tieni i tuoi documenti e permessi al riparo dall’acqua.
Kindle paperwhite – Ovviamente non è necessario ma sia io che papà eravamo più che felici di averlo durante i pomeriggi passati in relax nelle lodge.
Occhiali da sole – Meglio se polarizzati.
Mappa – Noi abbiamo completato tutti i trekking senza una mappa fisica ma potrebbe tornare utile, a Pokhara/Kathmandu non costa più di 400 rupie.
Power Bank – Puoi quasi sempre ricaricare gratuitamente nelle lodge ma ad alta quota bisogna pagare e avere una power bank può farti risparmiare un bel po’ di soldi, 10000mah sono più che sufficienti se devi solo ricaricare il cellulare.
Kit primo soccorso – Comprane uno già preconfezionato o preparalo da solo.
Scarpe da trekking – Un paio di scarpe da trekking è più che sufficiente per completare tutti i percorsi ma se preferisci gli scarponi opta per un paio di leggeri. Io ho usato un paio di Columbia Peakfreak, mentre papà un paio di Salomon LTR GTX.
Ciabatte – Davvero comode la sera per far respirare un po’ i piedi e farsi la doccia, sconsiglio le infradito in quanto sono scomode da portare con i calzini che ad alta quota sono necessari.
Calzini in lana merino – Niente batte la lana merino quando si tratta di calzini da trekking. Noi abbiamo optato entrambi per un paio di Denish Endurance e siamo rimasti soddisfatti. Almeno 2 – 3 paia in modo da riuscire a lavarli.
Ramponi leggeri – Noi non li avevamo ma il giorno del passo Thorong e quello del Campo Base dell’Annapurna avrebbero fatto comodo c’è però da dire che solitamente in aprile (quando abbiamo fatto noi il trekking) non dovrebbe già esserci più neve. In sostanza va ad annata e in base al periodo dell’anno in cui decidi di fare i trekking, in autunno e tarda primavera credo siano sempre inutili.
Bastoncini da trekking – Credo non serva spendere una fortuna, questi AdventureAustria ci hanno servito bene e sono decisamente economici. Nel caso fossi uno scettico dei bastoncini da trekking ti invito a ricrederti, specialmente su lunghe tratte aiutano un sacco.
Down jacket – Se completi il circuito / campo base in un periodo non esattamente caldo queste giacche fanno davvero comodo, occupano poco spazio e tengono davvero caldo.
Pail – La sera ma anche mentre si cammina sopra una certa altitudine non fa esattamente caldo e avere un pail fa davvero comodo. Io ho indossato il mio praticamente ogni sera.
Giacca impermeabile o Poncho – In oltre 20 giorni abbiamo preso la pioggia una sola volta ma è sempre meglio prevenire che curare.
Beauty case – Crema solare, burro cacao, saponetta con custodia e magari un pezzo di sapone di marsiglia per fare la biancheria, spazzolino, dentifricio, deodorante e carta igienica (mai fornita dalle lodge).
A tutto questo aggiungerei 2-3 magliette sintetiche che si asciugano davvero velocemente una volta lavate, un paio di pantaloni leggeri convertibili (le ragazze potrebbero optare per un paio di leggings) e un paio di pantaloni più spessi da usare la sera o nelle giornata più fredde ad alta quota, e infine 3 paia di biancheria intima.
Questo è sostanzialmente tutto quello che ti serve per il trekking ma puoi sempre dare un’occhiata alla mia lista completa delle cose da portare in viaggio così da non dimenticare proprio niente.
Ovviamente non è assolutamente necessario ma personalmente cerco di mettere sempre il mio corpo nelle migliori condizioni possibili e avere dei sali minerali a portata di mano (bassa quota può fare davvero caldo e si suda parecchio), del magnesio da prendere la sera per rilassare i muscoli e magari dell’omega 3 per combattere le infiammazioni specialmente dopo 10 – 20 giorni di trekking non farebbe affatto male.
Momenti di quotidianità.
N.b. Purtroppo, a partire dal 1 aprile 2023 non è più possibile ottenere il TIMS se non si è accompagnati da una guida. In sostanza, completare qualsiasi trekking nella regione dell’Annapurna senza guida non è più consentito. Credo sia una vera e propria vergogna, l’ennesima decisione dettata dall’avidità che si nasconde dietro a “questioni di sicurezza”. Spero che il governo nepalese possa rivedere la decisione in futuro ma al momento questa è la realtà dei fatti.
Chi mi conosce sa che sono un grandissimo fan e del fai da te e mi affido a tour organizzati / guide sono nel caso sia assolutamente necessario. Lo preferisco perchè primo mi piace davvero il processo di organizzazione e secondo è quasi sempre l’opzione più economica. On ogni caso capisco perfettamente chi vuole passare le proprie vacanze in maniera più rilassata senza sbattersi più di tanto.
Per completare i trekking non è assolutamente necessario avere una guida, il percorso è ben segnalato, perdersi è praticamente impossibile e nelle rare occasioni in cui potresti avere qualche dubbio (specialmente lungo la seconda parte del circuito che è meno battuta) avere maps.me a portata di mano dovrebbe risolvere ogni tuo dubbio.
Se vuoi optare per un tour organizzato, GetYourGuide offre un paio di opzioni che puoi prenotare direttamente da casa ma l’alternativa è utilizzare un’agenzia locale una volta arrivato a Kathmandu dove risparmieresti sicuramente qualcosa, in ogni caso aspettati di pagare almeno il doppio rispetto al fai da te.
Un buon compromesso potrebbe essere trovarsi un portatore / guida chiedendo alla varie agenzie a Pokhara e Kathmandu o addirittura lungo il percorso dove spesso alle lodge si leggono cartelli del tipo “Porters and guides available” questa soluzione probabilmente è ancora più economica.
In ogni caso, ho visto davvero parecchie coppie affidarsi ad una sola figura che sostanzialmente ti da una mano portando la maggior parte del peso e allo stesso tempo funge da guida. Il costo è di circa 20 dollari al giorno e possono portare fino a 20-25 chili che penso sia perfetto anche per 3 persone. Il prezzo normalmente include anche il loro vitto e alloggio.
La fumante Manang.
Partiamo parlando delle lodge (a volte chiamate teahouse) che si incontrano lungo il percorso di cui sono rimasto piacevolmente sorpreso. Praticamente ogni struttura in cui siamo stati aveva wifi, acqua calda ed elettricità e, sebbene ad alta quota questi servizi siano spesso a pagamento, il fatto che siano quasi sempre presenti è stata una vera e propria sorpresa.
Viene inoltre sempre fornita almeno una coperta (bella spessa) e si può chiederne una seconda senza incorrere in costi extra; avendo noi il sacco a pelo non ne abbiamo mai avuto bisogno, l’unica volta dove ho visto un cartello con scritto che la coperta extra sarebbe stata a pagamento è nell’High Camp che è anche l’unico posto dove il bagno era una latrina, ma a 4900 metri penso sia accettabile! In tutte le altre guesthouse i bagni sono sempre stati decenti, a volte ci sono anche i water, spesso però ci sono le turche con un secchio per tirare l’acqua.
Le stanze sono davvero semplici e per la maggior parte sono delle doppie con due letti singoli e un piccolo comodino nel mezzo, a basse altitudine è possibile anche avere il bagno in camera. C’è poi sempre un’area comune (dining room) che funge sostanzialmente da sala da pranzo, questa è anche l’unica stanza ad essere scaldata la sera quando l’altitudine lo richiede.
Per concludere, non aspettarti alberghi di lusso ma le sistemazioni sono assolutamente dignitose, certo che più si sale e più diventano basiche, le prese della corrente (non servono adattatori) spariscono dalle camere, la doccia calda e il wifi inizia ad essere a pagamento e così via.
Un piatto di Dal Bhat.
Il cibo offerto è invece praticamente una costante lungo tutto il percorso, la cucina offerta è principalmente di quattro tipi: nepalese, indiana, cinese e infine qualche piatto occidentale. I menu di solito hanno: pasta, riso o noodles saltati con verdure/pollo/bufalo/uova/formaggio, uova bollite/omelette, dal bhat (tipico piatto locale con riso, verdure, e zuppa di lenticchie), zuppe (pomodoro, uova, patate, aglio, verdure, pollo, noodles ecc ecc), pizza, pancakes, porridge, muesli, differenti tipi di tè, caffè, bibite varie.
N.b. Sconsiglio la carne per evitare problemi di stomaco in quanto i metodi di conservazione potrebbero non essere proprio il massimo.
Come vedi c’è abbastanza varietà ma noi personalmente finivamo spesso col mangiare due porzioni di Dal Bhat al giorno che è di gran lunga il miglior piatto se si parla di rapporto costo/quantità visto che il bis è praticamente scontato e spesso e volentieri si può andare avanti a farsi riempire il piatto fino a scoppiare.
Per quanto riguarda l’acqua, alcuni villaggi offrono stazioni di rifornimento sicure che garantiscono la potabilità dell’acqua e sono decisamente una soluzione più ecologica rispetto alle bottiglie di plastica. Come detto in precedenza consiglio fortemente una tra LifeStraw, filtro per l’acqua e borraccia con filtro: risparmi soldi e non devi fare affidamento sulle stazioni di rifornimento.
Colazione (porridge, omelette, musli)
A bassa altitudine: 300 – 400 rupie.
In quota (sopra i 3000 – 3500m): 500 – 600 rupie.
Pranzo/cena (riso saltato, pizza, pasta, dal bhat ecc ecc)
A bassa altitudine: 450 – 500 rupie.
In quota (sopra i 3500m): 700 – 800 rupie.
Zuppe
A bassa altitudine: 200 – 250 rupie.
In quota (sopra i 3500m): 300 – 450 rupie.
Tè
A bassa altitudine: 50 rupie.
In quota (sopra i 3500m): 120 rupie.
Acqua
A bassa altitudine: 50 – 100 rupie.
In quota (sopra i 3500m): 200 rupie.
Come detto più volte in questa guida, consiglio fortemente una LifeStraw o filtro per l’acqua o borraccia con filtro.
L’alloggio è davvero economico, spesso e volentieri è addirittura gratis consumando 2-3 pasti specialmente se si ha la voglia di contrattare. Noi per esempio abbiamo pagato per la camera solo all’High Campo (350 rupie a testa) e a Deurali (500 rupie per una doppia).
Essere in due da certamente una posizione di vantaggio quando si tratta di negoziare il prezzo ma anche da solo a bassa altitudine si può facilmente dormire gratis o comunque pagando non più di 100-200 rupie.
Lungo il percorso che porta al campo base le lodge sono decisamente più riluttanti a dare la camera gratis specialmente da Bamboo in su, immagino che vista la grande affluenza di gente non ci sia bisogno di dare via le camere gratuitamente.
Classica Lodge lungo il percorso.
Per concludere, il costo del nostro trekking inclusi due giorni a Kathmandu (prima e dopo il trekking), permessi, cibo, alloggio e trasporto (insomma proprio tutto nell’arco dei 22 giorni eccetto il visto di entrata nel Paese) è stato di 310 € a testa, che si traduce in circa 15 € al giorno a testa. Se sei da solo probabilmente finirai con lo spendere qualcosa di più e lo stesso discorso vale se ti concedi qualche bevanda alcolica o qualche altro sfizio.
Consiglio in ogni caso di iniziare il trekking con l’equivalente di almeno 20€ in rupie in contanti, lungo il percorso ci sono sicuramente atm a Besisahar e Jomsom ma non ci farei troppo affidamento, pagare con la carta è praticamente impossibile.
Fai il pieno di contanti a Kathmandu o a Pokhara, Nabil Bank permette di prelevare fino a 35000 rupie con una commissione di 500 rupie (usando la mia carta maestro di CheBanca) mentre Standard Chartered Bank permette di prelevare fino a 25000 senza commissioni (usando la mia carta mastercard di N26, ma probabilmente anche le visa prelevano gratis). Questa sono le due opzioni migliori per prelevare a seconda della carta che hai a disposizione.
Per maggiori informazioni su quali carte usare all’estero (senza spendere una fortuna in commissioni bancarie) ti consiglio fortemente di dare un’occhiata a questo articolo.
Il sentiero che parte da Upper Pisang.
Tutta l’area (e più in generale il Nepal) è estremamente sicura, mai mi sono sentito minacciato, la gente del posto è estremamente cordiale e disponibile lungo tutto il percorso. I sentieri sono ben tracciati e battuti, facili da seguire ma come detto più volte può sempre consultare maps.me in caso di dubbi.
L’unico vero pericolo può essere l’altitudine, specialmente se decidi di completare il circuito potresti provare il cosiddetto mal di montagna, infatti dopo i 3000 – 3500 metri alcune persone potrebbero iniziare a sentire qualche sintomo: mancanza di appetito, difficoltà a respirare, mal di testa, difficoltà a dormire, stanchezza, vomito ecc.
Ecco quattro consigli utili:
Ci sono inoltre alcuni medicinali come il Diamox che aiutano a prevenire il mal di montagna ma onestamente non ho esperienza a riguardo e non sono un grandissimo fan dei medicinali, a mio parere è meglio ascoltare il proprio corpo invece di fare affidamento sulle medicine.
Infine, non partire ma senza assicurazione viaggio, se hai intenzione di completare il solo trekking a Poon Hill hai diverse ottime opzioni (dai un’occhiata all’articolo) se invece vuoi completare il circuito o il campo base dell’Annapurna, le uniche tre assicurazioni a coprire tale attività (che io sappia) sono World Nomads che permette di assicurare trekking fino a 6000 metri aggiungendola come attività extra, TrueTraveller che aggiungendo il pacchetto “Extreme Pack” offre copertura per trekking sopra i 4600m e infine SafetyWing che copre trekking fino a 6000 metri aggiungendo il pacchetto “Adventure Sports”. Come detto in precedenza, la maggior parte delle altre assicurazioni si ferma a 3500 metri, alcune anche meno.
N.b. Alla luce di pratiche fraudolente da parte di alcuni tour operator locali, nel caso avessi realmente bisogno di un’evacuazione in elicottero, è importante cercare di contattare l’assicurazione per organizzare il tutto in modo da evitare contestazioni.
Uno dei tanti ponti sospesi.
È altamente probabile che durante il tuo viaggio in Nepal dovrai passare almeno una notte in una delle due città, ecco alcune strutture che potrebbero fare al caso tuo.
Gurung’s Home – Prezzi stracciati sia per il dormitorio che per le camere private.
The Sparkling Turtle Backpackers Hostel – Ottimo ostello ad un buonissimo prezzo con uno staff davvero gentile. L’unica pecca è la posizione, si trova infatti a circa 3km dal centro di Thamel vicino al Monkey Temple, per il resto è consigliatissimo.
Andes House – Stanze private pulite ed economiche in pieno centro a Thamel.
HOTEL FORESTWAY Hostel & Backpackers – Ottimo ostello economico a 50 metri dal lago che offre anche stanze private.
Hotel Santana– Se cerchi esclusivamente una camera privata economica dove dormire prima o dopo il tuo trekking non guardare oltre.
Hai qualche domanda? Informazioni aggiornate? Non esitare a lasciare un commento oppure scrivimi su Instagram!
Se hai trovato questo articolo utile allora considera l’idea di acquistare la tua assicurazione viaggio tramite uno dei link presenti in questo sito, facendolo supporti il mio lavoro senza alcun costo aggiuntivo per te. L’assicurazione che consiglio per questo tipo di viaggio è TrueTraveller, aggiungendo il pacchetto “Extreme Pack” offre copertura per trekking sopra i 4600 metri o in alternativa SafetyWing aggiungendo il pacchetto “Adventure Sports” con copertura fino a 6000 metri
Per donazioni/pizze e birre virtuali 🙂
46 commenti
daniele
ciao! a ottobre sarò in nepal e avendo a disposizione solo 10 giorni (tempo al netto del volo) mi stavo organizzando per fare il percorso breve di 5 giorni del circuito e volevo sapere il tempo di percorrenza della jeep da ngadi a manang, grazie mille se saprai rispondermi e complimenti per il blog! la tua guida mi ha salvato la vita
ilbackpacker
Sinceramente non saprei ma immagino siano circa 3 ore, se vuoi andare direttamente a Manang ti consiglio di organizzare la jeep da besisahar.
Pier
Ciao sono Pier vorrrei fare il Annapurna Circuit Trek completo in solitario a ottobre 2019 è fattibile?
O è meglio appoggiarsi a qualche agenzia ?
ilbackpacker
Assolutamente fattibile. Non c’è bisogno di alcuna agenzia.
marianna
ciao sto oartendo con un amico a dicembre /gennaio
credi sia fattibile arrivare fino al campo base annapurna con i soli scarponi da mo tagna o con la neve c è bisogno dei ramponi?
ilbackpacker
In quel periodo ti consiglio di portare i ramponi.
Domitilla
Davvero interessante ed utile il tuo blog!
Io partiro’ il 13 Ottobre e rimarro’ per 2 settimane.
Mi sembra in linea di massima che non avro’ problemi a viaggiare da sola, ma sicuramente mi piacerebbe avere qualche contatto just in case! 🙂
ilbackpacker
Ciao! Io purtroppo non ho nessun contatto da passarti in quanto ho organizzato tutto in autonomia.
Francesco
Ciao
Grazie per il bellissimo blog.
Vorrei farti una domanda: tra il trekking a PoonHill e quello al campo base dell’Annapurna, dovendo sceglierne uno tra i due – quale trovi più suggestivo per
i panorami che si incontrano?
Grazie tante
ilbackpacker
Ciao! Diciamo che facendo Poon Hill vedi il massiccio dell’Annapurna da distante e hai quindi una vista panoramica mentre se vai al campo base sei praticamente sotto alle montagne, la vista è meno panoramica ma a mio parere più affascinante, la cosa è però soggettiva.
Tommaso
Ciao – complimenti per il tuo blog. Devo confidarti che mi ha fatto prendere la decisione finale di viaggiare in Nepal in Aprile.
Il mio viaggio durera’ in totale 2 settimane e pensavo di destinare ad un trekking 7/8 giorni. Calcolando tutte le variabili del caso e i vari pro e contro , pensi che PoonHill + campo base dell’Annapurna sia la scelta migliore ? Inoltre mi chiedevo se fosse meglio affittare il loco l’attrezzatura. Ti ringrazio.
ilbackpacker
Ciao! Visto il tempo a disposizione credo proprio sia la scelta migliore. A che attrezzatura ti riferisci?
Tommaso
Mi riferivo ad abbigliamento di base come down jacket e sleeping bag ma comunque credo che li prendero’ in anticipo o al massimo comprero qualcosa a Katmandu. Avevo un altro paio di domande da farti se fosse possibile. Dato il periodo (Aprile) dici che sarebbe possibile prenotare le lodges in anticipo o e’ tranquillo presentarsi lo stesso giorno? Per quanto riguarda l’attrezzatura e abbigliamento che consigli nel tuo blog, pensi che sia tutto utile/necessario anche per noi che effettueremo solo Poon Hill + ABC (non circuito)? Grazie ancora!
ilbackpacker
Ciao! Di sicuro non tutto è necessario ma sicuramente utile, se non hai un sacco a pelo e una giacca da portare da casa e non vuoi nulla di serio allora forse risparmi qualcosa comprando a Kathmandu. Dormire al campo Base del Machapuchare senza prenotare è dura anche ad aprile visto che non è più possibile dormire al campo base dell’Annapurna e le varie agenzie fanno praticamente il tutto esaurito a discapito dei trekkers indipendenti.
Tommaso
Non sono riuscito a trovare soluzioni online per prenotare i lodges, bensi’ o trovato una lista di strutture con relativi recapiti telefonici. Per prenotare strutture come Fishtail Lodge o Shanker a Machapuchare BC dovro’ contattarli telefonicamente?
Grazie ancora!
ilbackpacker
Si esatto! Puoi farlo tu oppure chiedere alle lodge più a valle di farlo al posto tuo 😉
Tommaso
Ok – ti ringrazio tanto per tutte le informazioni!
ilbackpacker
figurati! Buon trekking 😀
Ilaria
Ciao Nicola, complimenti per il blog, è davvero completo ed interessante! Siamo in 2 e avremmo intenzione di fare il circuito dell’annapurna da Ghermu a Jomson (senza affidarci ad agenzie o portatori) nel periodo tra Ottobre e Novembre 2020. Ci chiedevamo se fosse necessario prenotare gli alloggi con anticipo (e nel caso in che modo) o se fosse sufficiente arrivare in giornata al villaggio per trovare il posto per la notte. (Nel caso in cui gli alloggi fossero al completo, che soluzioni si possono adottare?)
ilbackpacker
Ciao Ilaria! Non è assolutamente necessario prenotare in anticipo, l’unico luogo dove potreste trovare il tutto esaurito è l’high camp/Thorung Phedi, cercate di arrivare presto. In caso vi farebbero dormire nella sala da pranzo. Grazie per i complimenti e buon trekking 🙂
Roberto Moriconi
Ciao Nicola, veramente utilissimo il tuo blog, complimenti. Mi riservo di leggerlo con attenzione per organizzare un trekking da quelle parti. Intanto una domanda: quanti 8000 si possono osservare dalla zona del trekking oltre all’Annapurna? il Dhalaugiri si vede da Poon Hill?
ilbackpacker
Ciao Roberto, ti ringrazio per i complimenti. Si, il Dhalaugiri si vede da Poon Hill, gli altri due ottomila nella regione sono L’Annapurna e il Manaslu, quest’ultimo non sono certo si riesca a vedere camminando lungo il circuito. Buon futuro trekking 🙂
Roberot
Grazie mille
ilbackpacker
Prego 🙂
Cinzia
Innanzitutto veramente complimenti per il resoconto dettagliato e di un’utilità senza confronti per chi ha in mente questo giro. Io e la mia amica avremmo a disposizione tutto agosto, so che non è tra i mesi migliori e volendo potremmo riuscire a posticipare a metà agosto/metà settembre e fare però tutto il percorso che include i 3 trekking. Pensi sia possibile in quel periodo dell’anno riuscire a percorrerli tutti e tre? vorremmo sfruttare il tempo a disposizione. E vorremmo arrangiarci senza guida purchè possibile in presenza di eventuali monsoni/piogge. Grazie per tutto, Cinzia
ilbackpacker
Ciao Cinzia, ti ringrazio per i complimenti. In generale i monsoni calano di intensità a settembre quindi più riuscite a posticipare meglio è. In ogni caso, il versante nord del massiccio, soprattutto ad alta quota, è meno piovoso quindi lungo il circuito dell’Annapurna il meteo dovrebbe essere più clemente rispetto al campo base e Poon Hill. Chiaramente, salvo frane che impediscono fisicamente il cammino, si possono comunque completare tutti e tre i trekking ma soprattutto lungo il versante sud (campo base e Poon Hill) la possibilità di camminare tutto il giorno sotto la pioggia con i picchi coperti dalle nubi è reale. Se siete disposte a correre questo “rischio” avere una guida o meno credo sia ininfluente.
Giorgio
Ciao Nicola,
Davvero grazie per tutte queste utilissime info
..il tuo sito sta diventando la mia bibbia :))
Volevo chiederti con che zaino hai fatto i vari trekking, cioè ti sei portato sempre tutto dietro? (Intendo i due zaini con tutto dentro), oppure hai lasciato parte della roba da qualche parte? Se ho capito bene non hai usufruito di un portatore.
Che peso avevano i due zaini pieni se ti ricordi?
ilbackpacker
Ciao Giorgio, mi fa piacere che il blog ti sia utile 🙂 Io ho fatto i due trekking con un Kelty Redwing 50 mentre papà aveva un Berghaus Trailhead 50. Il nostro secondo zaino, quello che per capirci abbiamo usato come bagaglio a mano è sempre rimasto in custodia a Kathmandu. Qualsiasi ostello/hotel dovrebbe essere abituato a una simile richiesta e offrire il servizio. Non abbiamo mai usufruito di guide o portatori ma sinceramente non saprei dirti con precisione il peso degli zaini. Probabilmente ero intorno ai 10kg. Buon trekking 😀
Renato
Ciao Nicola, complimenti per tutto, per il viaggio, per la descrizione e per la gioia e l’accuratezza con cui hai dettagliato tutto, vorrei andare o Maggio 2023 o Settembre 2023, facendo il trekking del circuito completo, tra i 2 mesi quale mi consiglieresti ed inoltre quanto hai speso per il volo dall’Italia, vedo tutto tra i 700,00 e gli 800,00, mi confermi?
ilbackpacker
Ciao Renato, sono entrambi dei buoni mesi, personalmente opterei per Maggio che dovrebbe essere un po’ meno affollato e dovresti pure vedere i rododendri in fiore. Io presi un volo multi città con ritorno da Mumbai però mio papà fece andate e ritorno su Kathmandu da Venezia pagando circa 500€ con Turkish Airlines. Ti ringrazio per i complimenti e buon trekking! 🙂
elena
Ciao, caspita blog top! complimenti!
Senti io ho una richiesta un po’ strana… andremo in 2 a fine gennaio. Vorrei partire da Nayapul e arrivare a ghorepani il primo giorno e poi il secondo giorno ascesa all’alba a Poon Hill e ritornare a Nayapul in discesa in giornata. Credi sia fattibile? dove dormire a ghorepani?
grazie
ilbackpacker
Ciao, ti ringrazio per i complimenti. L’itinerario da te descritto è sicuramente fattibile in quanto a distanze ma ricorda che potreste incontrare neve. A Ghorepani c’è più di qualche lodge dove poter dormire. Buon trekking! 🙂
Manuel
Ciao Nicola, mi associo ai complimenti dei precedenti scriventi, assolutamente meritati. Noi partiremmo in 3 per fare il circuito ad anello (da Jagat a Nayapul, col bus dal Muktinath a Tatopani, e rientro a Katmandu) in 15 giorni di fine Marzo. Vedo che ti sei già espresso sui ramponi (resto ancora dubbioso). Ti vorrei chiedere che tipo di scarpone consigli e se lo rifaresti con quelle con cui lo hai fatto (ho visto che hai usato uno scarponcino a caviglia bassa, mentre tuo padre aveva uno scarpone più alto), in virtù soprattutto dell’ambiente di alta quota che si va ad affrontare (e che resta l’obiettivo principale del viaggio). A questa domanda aggiungo pure, se siano necessarie delle ghette, visto il periodo e il rischio di trovare ancora innevato. GRAZIE MILLE DAVVERO.
ilbackpacker
Ciao Manuel, se hai un paio di ramponi leggeri, visto il periodo, potrebbero tornare utili. Per quanto riguarda le ghette, considerando che il percorso è battuto e difficilmente ci sarà neve alta, credo sia un’esagerazione però alla fine dei conti è una scelta personale. Per esempio so che ad alcuni piace averle anche solo per tenere fuori dai scarponi/scarpe polvere e sassolini. Sulla calzatura io sono sempre più minimalista, se dovessi rifare il percorso ora partirei con le mie Altra Lone Peak che sono ancora meno strutturate degli scarponcini usati all’epoca però anche in questo caso credo si tratti di una scelta personale, mio papà per esempio non lo farebbe mai. Mi dispiace non darti risposte precise ma credo si riduca tutto a preferenze soggettive. Ti ringrazio per i complimenti e buon trekking! 🙂
Rudy
Buongiorno Nicola, grazie per il tuo grande blog, e’ fatto veramente bene, io come tutti qua sono amante della montagna ed abito nelle Alpi marittime, ma ho un piccolo-grande problema, soffro di vertigini; vista la tua esperienza volevo chiederti quali dei due percorsi tra ABC e la parte del circuito Annapurna da Charme a jonson quindi con L high camp, mi consiglieresti visto il mio problema di vertigini, comprese anche le strade con i bus o jeep (patisco anche quelli)… ti ringrazio e ancora complimenti per il tuo blog, buone Feste
ilbackpacker
Ciao Rudy, tratti di sentiero particolarmente esposti non ce ne sono lungo nessuno dei due percorsi ma qualche ponte sospeso è inevitabile, alcuni li vedi nelle foto dell’articolo. Per quanto riguarda le strade invece, quella che scende da Muktinath verso Pokhara (circuito) ha qualche tratto dove ci sono dei bei strapiombi mentre da Siwai a Pokhara (ABC) non ricordo nulla di particolare. In ogni caso anch’io soffro di vertigini e non ho trovato nulla di tutto ciò stressante però chiaramente la cosa è soggettiva. Buon feste e buon trekking 🙂
Riccardo
Ciao! Complimenti per il blog davvero super dettagliato ! Volevo chiederti delle informazioni riguardo all’assicurazione, io e mio fratello dovremmo partire verso metà maggio ed avevamo intenzione di raggiungere Thorong la Pass. Ho visto che World Nomad è attualmente fuori servizio e True traveller per i Trekking in Nepal in caso di evacuazione con elicottero chiede un supplemento di 700/900 euro. Volevo chiederti due cose, l’assicurazione è obbligatoria? Conosci altre compagnie assicurative che coprono questi trekking?
Grazie mille davvero!
Un grosso saluto,
Riccardo
ilbackpacker
Ciao Riccardo, purtroppo non conosco altre assicurazioni che coprono questo tipo di trekking. L’assicurazione è obbligatoria e viene richiesta nel momento in cui si ottengono i permessi ma perlomeno nel nostro caso, avremmo potuto fornire il numero di polizza di una qualsiasi assicurazione e nessuno avrebbe detto niente. Ci tengo inoltre a ricordarti che purtroppo dal 1 aprile è necessaria la guida. Ti ringrazio per i complimenti e vi auguro un buon trekking! 🙂
Massimo
Ciao, a fine aprile (2024, per chi leggerà questo ottimo sito) partirò per compiere l’Annapurna circuit. Mi interessa sbrogliare la matassa guida sì, guida no. Infatti il mio intento è di affrontarlo in solitaria. Ho letto che i controlli sono laschi (posto che ci siano). Qualora dovessi incontrare difficoltà ad ottenere il permesso, è assolutamente necessario poi avere per tutto il tempo appresso la guida? Altra domanda: quanti giorni pensi siano da calcolare a Katmandou? Due notti pensi siano sufficienti per l’espletamento delle formalità? Grazie infinite per il tuo tempo e complimenti per il sito. Mi rifarò sicuramente a quanto consigli. Ciao
ilbackpacker
Ciao, mi è stato detto che ad ottobre 2023 era ancora possibile fare il trekking in autonomia. A questo punto sto speculando ma credo che anche se ti dovessero obbligare a presentarti con una guida per ottenere il permesso, penso proprio potresti semplicemente darle qualche soldo e poi procedere a fare il trekking in autonomia. Le guide così come chi si dovrebbe occupare dei controlli sono più interessate ai soldi che a far rispettare la legge. Due giorni a Kathmandu sono sufficienti. Buon trekking! 🙂
Yomoti
Ciao, aggiornamenti freschi dal Nepal (01.05.24).
Il visto per 30 giorni adesso costa 50$.
Cosa più importante guida sì, guida no.
Visto che oggi è festa in Nepal ho contattato preventivamente il Nepal Tourist Board a KTM. Mi hanno chiesto se andassi solo e a risposta affermativa ha detto che ci sarebbe stata una penale da pagare.
Una volta là, nessuno mi ha chiesto nulla e non ho pagato nessuna multa. Non ho indicato nessuna guida e nessuna domanda.
Costo: 3000 rupie.
Spero di essere stato d’aiuto.
ilbackpacker
Ciao, ti ringrazio per l’aggiornamento. Buon trekking!
Daniele
ciao grande guida. Volendo fare il percorso standard, quanti giorni andrebbero considerati agguintivi per arrivare a jagat da katmandu e tornare da jomson a katmandu? con 15 gg totali puliti è fattible o si rischia di essere risicati? da katmandu fino a jagat mi pare di capire che in una giornata si riesce bene (7h + jeep), ma per la tratta jonson-katmandu c’è alternativa alle 20 ore di pulman? grazie
ilbackpacker
Ciao, puoi arrivare in giornata a Jagat partendo da Kathmandu la mattina presto (bus + jeep). Allo stesso modo puoi tornare in giornata a Kathmandu da Jomsom ma devi prendere almeno un volo (Jomsom – Pokhara oppure Pokhara – Kathmandu). Così facendo dovresti farcela senza grossi problemi in 15 giorni. Buon trekking
Daniele
grazie per la risposta precedente, avrei un altro paio di domande:
– è necessario prenotare i lodge in alta stagione secondo te? come andrebbe fatto venetualmente?
– tema guida: io vorrei davvero farlo senza, ma eventualmente dove andrebbe presa? è possibile richiedere comunque i permessi senza avere una guida e poi se proprio messi alle strette prenderla una volta arrivati ai check point? oppure si rischia di rimanere bloccati e dover tornare a valle?
– sempre sulla guida: anche campo annapurna e poon hill in teoria sono sottoposti al vincolo guida o solo l’annapurna circuit?
grazie
ilbackpacker
Ciao, non è necessario ma specialmente in ottobre vale la pena prenotare le lodge ad alta quota in anticipo se non si vuole rischiare di dormire nella sala da pranzo. Dovresti riuscire a trovare qualche email/numero di telefono online senza grossi problemi. In alternativa puoi chiedere a qualche altra lodge di prenotare per te, noi abbiamo fatto così nella regione dell’Everest. Una “guida” la puoi trovare ovunque, anche a trekking già iniziato. Detto questo, come scrivo nell’articolo e si legge online, si può ancora fare tranquillamente il trekking in autonomia. Tutta la regione dell’Annapurna tecnicamente è soggetta alle nuove regole. Buon trekking